Nel numero di marzo, XL, l'inserto mensile di Repubblica, ha dedicato la copertina a 32 artisti italiani “ punta di dimante – cito – di una scena alternativa che ha spessore, qualità e molti seguaci”.
Per capirci: Afterhours, Marlene Kuntz, Baustelle, Linea 77, Le luci della centrale elettrica, Subsonica, Il Genio, Il Teatro gli Orrori, Tre Allegri Ragazzi Morti, Beatrice Antolini, ecc.
E già qui rido per non piangere.
Poi leggo: “Artisti che non sempre trovano spazio nei media più importanti. Perché sono giovani, bravi e temuti”.
Insomma, con una serie di interviste a questi grupponi tale Lorenza Biasi ha condotto un'inchiesta per cercare di capire perchè non riescono a sfondare.
"Cara Lorenza,
sono sconcertato da tali discorsi. Oltre ad aver riconfermato il motivo per cui non compro XL, mi sconvoge l'ipocrisia e, peggio, l'ignoranza che è alla base della questione. Se i personaggi che prendi in considerazione fossero davvero il meglio che abbiamo, allora sarebbe necessario un decreto per proibire la vendita di strumenti musicali in Italia.
Il motivo per cui queste band sono un gradino sotto Tiziano Ferro e Laura Pausini probabilmente è solo conseguenza di una strategia di mercato, per cui nella grande torta dell'indotto complessivo del settore, target diversi garantiscono fette di guadagno sicure. La questione della qualità è ovvio che non esiste, perchè non esiste proprio la qualità. E se un giorno gli Afterhours o i Tre Banali Ragazzi Stramorti e Sepolti venderanno quanto Nek ciò non rappresenterà certo un'evoluzione culturale, ma solo un cambio di strategia.
Lo spessore intellettuale e artistico di cui parli risiede altrove. E una delle cause della marginalità della scena italiana nel panorama musicale mondiale sta proprio nell'importanza che i magazine come il tuo riservano a tematiche del tutto ininfluenti e per questo pericolose. Continuare a dare spazio a musicisti che scimmiottano vecchie mode riprese dall'estero, che da anni ripropongono i soliti clichè, chiusi nei loro schemi nazionalistici è un danno bastardo. Un danno contro chiunque si sbatte per creare qualcosa di diverso e di nuovo, senza un soldo e nell'isolamento della provincia. Contro quelli che per loro sfortuna non conoscono chi conta, che non sono amici degli amici, che non fanno parte del giro giusto e che per questo sono costretti ad emigrare, ancora una volta, per cercare fortuna presso etichette culturalmente più aperte e intelligenti.
La scena alternativa a cui fai da paraculo per me è solo il simbolo di un qualunquismo tutto italiano macchiato di pretese intellettuali senza fondamento. Solo una variante snob del sole, pasta e mandolino."
Questo il commento che ho mandato sul sito di XL, commento che non è mai stato pubblicato.
Forse perchè anch'io sono giovane, bravo e temuto?
Tone
Per capirci: Afterhours, Marlene Kuntz, Baustelle, Linea 77, Le luci della centrale elettrica, Subsonica, Il Genio, Il Teatro gli Orrori, Tre Allegri Ragazzi Morti, Beatrice Antolini, ecc.
E già qui rido per non piangere.
Poi leggo: “Artisti che non sempre trovano spazio nei media più importanti. Perché sono giovani, bravi e temuti”.
Insomma, con una serie di interviste a questi grupponi tale Lorenza Biasi ha condotto un'inchiesta per cercare di capire perchè non riescono a sfondare.
"Cara Lorenza,
sono sconcertato da tali discorsi. Oltre ad aver riconfermato il motivo per cui non compro XL, mi sconvoge l'ipocrisia e, peggio, l'ignoranza che è alla base della questione. Se i personaggi che prendi in considerazione fossero davvero il meglio che abbiamo, allora sarebbe necessario un decreto per proibire la vendita di strumenti musicali in Italia.
Il motivo per cui queste band sono un gradino sotto Tiziano Ferro e Laura Pausini probabilmente è solo conseguenza di una strategia di mercato, per cui nella grande torta dell'indotto complessivo del settore, target diversi garantiscono fette di guadagno sicure. La questione della qualità è ovvio che non esiste, perchè non esiste proprio la qualità. E se un giorno gli Afterhours o i Tre Banali Ragazzi Stramorti e Sepolti venderanno quanto Nek ciò non rappresenterà certo un'evoluzione culturale, ma solo un cambio di strategia.
Lo spessore intellettuale e artistico di cui parli risiede altrove. E una delle cause della marginalità della scena italiana nel panorama musicale mondiale sta proprio nell'importanza che i magazine come il tuo riservano a tematiche del tutto ininfluenti e per questo pericolose. Continuare a dare spazio a musicisti che scimmiottano vecchie mode riprese dall'estero, che da anni ripropongono i soliti clichè, chiusi nei loro schemi nazionalistici è un danno bastardo. Un danno contro chiunque si sbatte per creare qualcosa di diverso e di nuovo, senza un soldo e nell'isolamento della provincia. Contro quelli che per loro sfortuna non conoscono chi conta, che non sono amici degli amici, che non fanno parte del giro giusto e che per questo sono costretti ad emigrare, ancora una volta, per cercare fortuna presso etichette culturalmente più aperte e intelligenti.
La scena alternativa a cui fai da paraculo per me è solo il simbolo di un qualunquismo tutto italiano macchiato di pretese intellettuali senza fondamento. Solo una variante snob del sole, pasta e mandolino."
Questo il commento che ho mandato sul sito di XL, commento che non è mai stato pubblicato.
Forse perchè anch'io sono giovane, bravo e temuto?
Tone
c'è chi come noi critica questo scempio: http://www.malvestite.net/2009/03/09/la-riunione-di-condominio-dei-troppo-insomma-le-povere-vittimelle-tutte-uguali-con-le-teste-intercambiabili-che-reclamano-giustamente-un-pubblico-piu-nutrito-di-bimbominkia-perche-se-lo-meritano-c/
RispondiEliminaChe copertina lugubre!
RispondiEliminaChi sa come si vogliono bene, poi, tutte quelle persone umili...
rico
Io ormai non sono proprio giovane. Brava nemmeno, non so fare niente di speciale. Temuta non mi risulta. Forse dal mio cane, ogni tanto. Ma sono senz'altro una persona tendenzialmente mite e di larghe vedute (almeno in questo momento) e posso anche ammettere che esistano giornaliste che considerano i soggetti di questa copertina giovani e bravi (ma anche belli, dai, perchè no). D'altra parte i gusti sono gusti e il mondo è bello perchè è vario e i luoghi comuni hanno e avranno sempre la loro utilità come anestetici dello spirito critico (oltre ad un non trascurabile fondo di verità). Non mi intendo tanto di strategie di mercato nè di manovre pubblicitarie o editoriali, e del settore musicale in senso stretto non sono certo un'esperta. Però l'aggettivo "temuti" mi stuzzica e dico giusto due cose. Mi sembra ovvio che l'intenzione della coraggiosissima inchiesta di XL sia quella di porre l'accento sul potenziale offensivo di queste nuove leve nel senso di una possibile rivoluzione culturale, paventata dai conservatori. Mi pare anche di capire che i conservatori sarebbero Sanremo. Quindi tirando le somme: da una parte Sanremo, dall'altra Il Genio (o chi per loro, tanto è uguale). Naturalemnte stiamo parlando di una visione estremamente semplificata delle cose (la versione scheletrica di una questione complessa che si dà in pasto alla massa, affinchè il maggior numero di persone impieghi il minor tempo possibile a illudersi di aver imparato qualcosa di intelligente da sfoggiare la sera dopo con gli amici). E' vero che c'è tanto altro, in Italia. E' vero che solo pochi si beano delle luci della ribalta (e dei soldi della ribalta, anche). E quei pochi non è detto che siano i migliori. E' vero anche che questo è un problema vecchio come il cucco, e la storia trabocca di artisti e pensatori e suonatori e bla bla bla talentuosi e sottovalutati,a volte morti in miseria affogati nel loro vomito (tanto per dire). Non voglio entrare nel merito della statura artistica, ripeto, perchè non sono maria de filippi e perchè poi non se ne esce più (quello che piace a me fa schifo a te e viceversa). Quello che volevo dire (ho perso un po' il filo) è che la cosa TEMIBILE semmai, è accorgersi di quanto siano indispensabili, oggi più di prima, gli slogan per invogliare la gente a comprare la cultura (presunta o reale, riconosciuta da uno o da cento), come se fosse una pillola che la paghi in farmacia,la butti giù nella tua cucina e subito diventi più spesso (intellettualmente) di un centimetro. Non è solo il buio in cui sono costretti a brancolare tanti "minori", seppur dotatissimi e motivati. E' il modo di fare facilone e grossolano con cui si tratta ogni cosa come se fosse cibo in scatola, appiccicando etichette e tirando righe che separano cose che in realtà non sono divise, o non dovrebbero esserlo (come la cultura e la vita, giusto per spararne una). Per portata innovativa Sanremo non è diverso dal Genio che non è diverso dai tre giovanotti ruspanti di provincia che vorrebbero sfondare ma però non ci hanno i soldi e allora si sentono frustrati e arrabbiati col sistema senza immaginare che farebbero cose scadenti anche se li avessero, i soldi. Ognuno sente (avendo perso qualsiasi capacità di discernimento e di autocritica) di meritare più dell'altro quello spazio per esprimersi e per farsi vedere. E pochi si ricordano che per fare cose diverse bisogna essere diversi. E diversi non vuol dire necessariamente stravaganti o sopra le righe. Vuol dire capire qual è la propria peculiarità (pare che tutti ne abbiamo una) e saperla comunicare. Occorre trovare il modo di farsi capire. Bisogna fare i conti con Sanremo (che comunque, per inciso, in certe occasioni si è dimostrato più temerario di tanti altri sedicenti intellettuali modaioli e cialtroni), e nel complesso con la pigrizia e la presunzione di tante delle persone da cui ci si aspetta comprensione (se non proprio una pacca sulla spalla o una richiesta di autografo). A queste persone ( e non solo a madama Lorenza)va ripetuto come un mantra che questi burattini in copertina non fanno paura a nessuno e che in generale le persone che vengono presentate o si presentano come "temute" vanno rigorosamente derise, perchè sono degli innocui pupazzi pieni di bambagia che se li svuoti di quell'aria che si danno non rimane niente. Si afflosciano, appassiscono e vengono rimpiazzati da altri più nuovi. E questo vale in tutte le salse, nella musica, in politica, nella fila in posta, a scuola. Ovunque. Sempre. L'unico senso in cui possono esser "temuti" è che sono lo spettro del nulla che c'è sempre stato, e che inesorabilmente avanza e ci morde i talloni. Come in La Storia Infinita, che, nel mio non essere più tanto giovane, considero un film di formazione sempre molto attuale e ricco di spunti di riflessione.
RispondiElimina--alic--
Quando guardo il panorama Indie-ano italico, mi sento molto più a sud, praticamente un Maya... anzi un Incas!!!
RispondiEliminaSi si, direi che quando guardo in faccia certa gente mi sento molto Incaz!!!
X L = per lobotomizzati... Alecs
RispondiEliminaMa non basta non comprarlo XL? Concordo quasi su tutti i concetti espressi nel post, se non altro per il fatto che non si fa altro che sfondare porte aperte. Tuttavia mi sembra esagerato ed eccessivo l' accanimento nei confronti del magazine, da quello che scrivi Tone, sembra che non lo stimi e non lo compri e fai bene, quindi perchè "sconcertarti" ulteriormente? Ultima nota e domanda: le band tanto millantate da XL effettivamente non sono un granchè, rappresentano una realtà identica a quei massimi sistemi tanto criticati, solo che sono un po' più sfigati, potrei però sapere dal blogger quali sarebbero le realtà italiane meritevoli di cotanta visibilità ingiustamente negata?
RispondiEliminaper principio non rispondo ai commenti anonimi...
RispondiEliminase ti firmi, avrai la mia risposta
tone
Capisco, ma a questo punto sempre per principio userò uno pseudonimo come mi sembra facciano tutti nel blog.
RispondiEliminaVolume.
Mi hai convinto. Ti rispondo non perchè hai esaudito la mia voglia di trasparenza, Volume, ma perchè probabilmente il mio post non è abbastanza chiaro e in questo modo anche gli altri magari possono capire meglio come la penso, sempre che gliene importi qualcosa. Perchè è ovvio che questo è la mia opinione ed è estremamente relativa.
RispondiEliminaPerò mi dispiace che continui a tener su la maschera. Insomma, che tu sia un mio amico o meno, non me ne volere e non te la prendere.
Vado per punti:
1) Scrivi per caso su xl di repubblica?
O lo compri costantemente e ti sei sentito truffato e preso in giro solo perchè un fesso come me ne ha parlato male? Perchè altrimenti non riesco a spiegarmi la tua difesa nei suoi confronti.
Ma io non ho mica criticato i gusti degli altri, mi sembra.
2) La porta aperta l’ha sfondata XL con la sua inchiesta banale, a mio parere.
Ma dipende da cosa intendi per “porta aperta”. Se ti riferisci al fatto che ci sono migliaia di cose che vanno male e che non ha più senso scandalizzarsi di fronte a niente, evidentemente allora non siamo d’accordo.
E poichè mi “sconcerta” vivere in un Paese così ipocrita e demeritocratico, fatto di amici degli amici, penso che un atteggiamento arrendista peggiorerebbe solo le cose.
“Il mio piccolo” in questo caso è il blog e ho voluto farne uso.
3) Non faccio certo parte di nessuna band con pretese di gloria. Ma non parlo neanche a sproposito quando critico certe scelte editoriali. Ho visto troppa gente sudare invano ed emigrare per trovare fortuna presso etichette straniere. Troppi passare sulle radio all’estero e restare sconosciuti nella loro terra.
Jennifer Gentle (Sub Pop, Stati Uniti), Alborosie (Forward Recordings, Jamaica), Popoulus (Morr Music, Germania), Fitness Forever e Giorgio Tuma (Elephant Records, Spagna), per dirne solo alcuni che non erano in quell’inchiesta e che spesso vengono completamente ignorati. Tutte persone che non hanno da invidiare niente a nessuno, anzi.
Persone che non hanno mai chiesto visibilità sui grandi media, ma solo un minimo riconoscimento dai propri connazionali. Persone che fanno musica per passione e non per far soldi.
Ma se la Bandabardò, Beatrice Antolini, i Baustelle e tutti gli altri vogliono le ville con piscina annessa e una vita da star non capisco cosa c’entri questo con la musica.
Quindi - tu generico - vai a parlarne su Glamour, ma non su un mensile musicale.
Spero di essere stato esaustivo.
Tone
Sottoscrivo Tone e non ne parlo più giuro. Credo che il nodo cruciale sia proprio questo: di cosa si lagnano Agnelli e le Altre Pecore?
RispondiEliminaAl di là di ogni argomentazione (mendace!), la questione è che pretendono di essere loro al posto di Giusi Ferreri e Carta (cito due che rappresentano il mainstream che non merita soldi e successo). Bene, può essere che Agnelli e le AP valgano qualcosa in più della s-venturata Giusi e del defilippico e inane Carta, ma - riprendo Tone - il tuo obiettivo è far musica, caro Manuel, o comparire sulle copertine dei tabloid e le trasmissioni per pizzoche/troione e fare vita da star? Quanto vorrei conoscere il tuo conto in banca..
Rico
PS: Si lagnano di tutto e non della cosa più importante: che si spacciano per talenti e non sono ancora riusciti a scrivere un po'di musica di qualità.
a me la polemica sembra un sacco divertente e inviterei a prenderla per quella che è, senza troppa serietà...
RispondiEliminaquello che posso dire è che a volte "noi" giovani ascoltatori musicofili italiani troppo spesso facciamo passare per buona musica che buona non è. In che modo: andando ai concerti ("dai, almeno si vede un po' di gente"), o semplicemente tacendo, per paura di offendere qualcuno coi propri giudizi.
Carissimi è giunto il tempo di armarsi di pomodori e "regolare" il fantomatico mercato discografico dal lato della fruizione (più che dal lato della produzione).
Internet è con noi (fanculo al cartaceo).
togno
Non me la prendo e ti ringraizo per aver risposto.
RispondiElimina1) Scrivi per caso su xl di repubblica?
O lo compri costantemente e ti sei sentito truffato e preso in giro solo perchè un fesso come me ne ha parlato male? Perchè altrimenti non riesco a spiegarmi la tua difesa nei suoi confronti.
Scusa Tone, ma in quale punto del mio piccolo commento ho difeso XL? Ho anche condiviso quello che hai scritto. Poi fai bene a non arrenderti alle circostanze ed è notevole, se mai è l'approccio che lascia un po' a desiderare dal mio punto di vista, ma io ho solo chiesto dei gruppi che secondo te meritano più visibilità e in quello almeno mi hai risposto e in parte sono daccordo, anche se poi dici che alcuni degli artisti da te citati non vogliono comparire nei "grandi media" e quindi dovrebbero essere felici di non comparire nelle inchieste tipo quelle di XL, dopo di che XL non lo compri e finisce li.
Ora però si apre un altro scenario nella discussione (o polemica divertente come dice Togno ed è vero!) musica per passione, bene, come la mantieni la passione se non vi è un minimo di riconoscimento economico? Lascia perdere le ville, le piscine, Hollywood e via dicendo, servirà anche un sostentamento a questi artisti, anche solo per mantenere viva la loro passione ed avere la possibilità di continuare a produrre. Quindi, o le piscine e le ville le hanno già e allora possono fare a meno di determinati canali, oppure sono comuni mortali e quindi dovrebbero anche loro poter usufruire dei grandi media per poter promuovere il loro operato sperando di vendere il loro prodotto, non credi che proprio in funzione di ciò si dovrebbe cercare di sfruttare al meglio ogni canale di visibilità e anche se non si condivide la loro politica magari cercare di sensibilizzare tali canali al sudetto problema? Se invece di attaccare, cercare di buttare giù a tutti i costi e stare a criticare negativamente ogni cosa, si provasse a dare delle dritte, forse si affronterebbero meglio i problemi e magari si otterrebbero anche maggiori risultati, naturalmente questo è solo il mio punto di vista.
Per quanto riguarda ciò che è musica buona e musica cattiva, sarebbe bello una volta per tutte stabilire dei parametri al quale attenersi per fare il distinguo, cosa stabilisce effettivamente se un artista è bravo oppure no? Il gusto personale? Non credo proprio, e sul gusto personale non vale neanche la pena intavolare discussioni, ognuno ascolta quello che vuole. La cultura tecnico/teorica musicale degli artisti? La bellezza? Un trend più tosto che un altro? Non è chiaro su cosa basi la tua scelta tra musica di qualità e non.
Altrimenti quello che dice Rico :"Si lagnano di tutto e non della cosa più importante: che si spacciano per talenti e non sono ancora riusciti a scrivere un po'di musica di qualità" può essere applicato a tutti. Ciao
Volume.
p.s. Per quanto riguarda la maschera, mi sono fermato sul blog, mi piace, ho trovato spunti di discussione e discuto, se non ti piaccio mi cancelli, non conosco il tuo vero nome e quello degli altri non vedo perchè dovrei mettere così il mio. Spero non ti sia offeso tu.
lasciando perdere la questione della riconoscibilità (la mia foto è sul mio blog e mi chiamo salvatore papa), l'ultima cosa che vorrei fare è censurare qualcuno solo perchè non si firma, quindi non mi offendo neanche io...
RispondiEliminami sta benissimo se, pur sotto pseudonimo, vieni a discutere di quello che si scrive, in fondo noi cerchiamo proprio il confronto..il tuo contributo non può che farmi piacere..
la questione della qualità non si spiega con le parole nè con i tecnicismi..se hai mai fatto musica sai che lavoro c'è dietro alla creazione di un disco e riesci a distinguere la complessità creativa dalle facilonerie commerciali..
comunque sia, noi qui esprimiamo il NOSTRO concetto di qualità, che ovviamente è opinabile..
tone
Meno male che ci sei tu tonio che sdrammatizzi... mi sono immaginato Tone che scriveva l'ultimo commento con le vene della fronte che gli pulsavano... e anch'io non me la passo così bene, è tutto il pomeriggio che cerco di scrivere qualcosa per sostenere le sue posizioni. Ad un certo punto la tensione era così forte che sono svenuto (stranamente mi sono ritrovato nel mio letto e con il pigiama addosso!). Però qualcosa vorrei dirla anch'io a Volume. Intanto mi presento:
RispondiEliminaciao Volume, io sono Brasi, amico, coinquilino e correttore delle bozze di Tone. Ti assicuro che ci ho messo un po' ad elaborare un pensiero coerente e che non credo che la mia posizione corrisponda alla verità, nè mi è mai saltato in mente di imporre i miei gusti agli altri. Ma non comprare la rivista non è la soluzione del problema. Perchè la rivista lo crea il problema, il messaggio che manda lo leggerà sia chi ha i mezzi per interpretarlo in maniera critica, che il pischello che questi mezzi non ce li ha. La rivista crea modelli culturali e sono questi per me ad essere sbagliati. Sbagliati perchè si punta su un certo ribellismo di maniera che per me non ha più niente da dire, perchè si continua a ingabbiare la musica giovanile nella dicotomia (o scotomia?) commerciale/alternativo, per cui chi vende è carnefice di chi non vende che quindi è vittima e in questo caso anche eroe. Per cui a morte il pop, in Italia siamo tutti un po' poeti e un po' depressi e questo sì che è appagante. Ecco perchè non è nemmeno il caso di abbandonare l'italico idioma, anche se non sappiamo più scrivere canzoni belle nella nostra lingua. È ovvio che sono i miei ascolti che influenzano quello che dico. Quello che mi chiedo è che cosa abbiano più di noi Norvegesi, Svedesi, Islandesi, Olandesi, per non parlare di Tedeschi e Francesi e glissando per ovvie ragioni su Inglesi e Americani, che riescono a mettere insieme qualità e successo commerciale, invadendo l'immaginario di chi, come me, non sa più che farsene del provincialismo e dei confini nazionali.
Ho finito!
Applausi!
brà
Perfetto, a me fa ancora più piacere, resta sempre però il fatto che la qualità dovrebbe prescindere dai gusti, e il tuo/vostro concetto di qualità ancora non ho capito in base a cosa viene fuori, non basta studiare l'anatomia di un disco per stabilire se un artista è valido o no, serve anche quello ma in un contesto più ampio, da solo l'elemento disco sarebbe troppo riduttivo, chiunque con un po' di dimestichezza in studio può realizzare lavori discreti, spero anche che non sia solo questione di essere amici degli amici, se no che si fa, si critica XL per le sue amicizie e tutta la politica anti-meritocratica ma poi si agisce in maniera identica dall'altra parte? Sarebbe come voler sostituire ideologicamente un male con un altro male.
RispondiEliminaMa per ora, non avendo altre informazioni a disposizione, mi limiterò a seguirvi con fiducia ricambiando la tua cortesia, anche perchè stimo, a prescindere da tutto ,la gente che si impegna.
Volume.
E io ti ringrazio per la passione che ci hai messo.
RispondiEliminabrasi
Rispondo a Volume (che non significa a tono! a proposito, ho capito il perchè dello pseudonimo eheh, ma nn lo svelo).
RispondiEliminaIl problema della qualità è troppo complesso per semplici "indie rockers" come siamo noi, ci piaccia o no l'appellativo. Perciò penso che la tua richiesta di una definizione "scientifica" di qualità sia capziosa, come se ci aspettassi al varco per svelare l'ingenuità di questo blog:) Mi sbaglio?
In ogni caso, io penso che sia io che te che gli altri siamo d'accordo, a naso (e ti assicuro che io ne ho), che tutta quella accozzaglia di cantanti è solo cascame.
Poi è vero che molti di loro, nel corso delle proprie carriere, hanno fatto qualcosa di carino, decente e anche importante(uno su tutti, penso ancora che Catartica sia un bel lavoro dei Marlene) ma non tanto da pretendere le copertine, gli spazi in TV, gli stadi pieni ecc, i grandi numeri che (in un ipotetico mondo perfettamente meritocratico) spetterebbero ai migliori.
Provo infine a dare una definizione "non scientifica" di qualità. Credo che la buona musica, almeno nel pop, abbia a che fare con questioni come la genuinità del proprio sentire, la ricerca di soluzioni nuove, il desiderio di far emozionare, e, in via strumentale, l'attenzione alla scrittura,cioè composizione, suono, arrangiamenti, ritmo, melodia ecc. Al contrario, alcuni nemici della buona musica sono: il ricorso allo stereotipo (rassicurante per questo più vendibile), la pretesa di dire qualcosa di buono/bello/importante/nuovo (si sgama quando è solo una pretesa), poi l'insipienza, l'arroganza, la voce di merda come quella di Manuel Agnelli.
Vabbè, avevo giurato di nn parlare più, ma la cosa si è fatta più stimolante.
Volume, ora ti puoi scatenare!
Rico
Non posso esimermi dal rispondere a Rico, sia per la qualità del suo commento e sia per il giuramento che ha dovuto infrangere.
RispondiEliminaNon serve scatenarsi, sono soddisfatto di esser riuscito, anche se involontariamente, a scatenare dialogo e confronto, magari anche curiosità, è più che sufficiente.
Sei stato molto esaustivo, e se i canoni usati da voi nel volutare la cacca dall'oro sono davvero questi principi da te elencati non ho assolutamente nulla da contestare.
I "numeri" negli stadi, le opertine ecc. invece appartengono ad altre dinamiche, parallele a quelle della qualità ma comunque diverse, anche su questo grosso modo siamo daccordo, 18 commenti in un post credo che bastino per capirlo.
Di fondo infatti, la cosa che per un po'lasciava a desiderare non era l'ingenuità presunta del blog che secondo te volevo smascherare, ma probabilente l'ingenuità in alcuni punti emersa nel post di Tone, tanto che alcuni commenti fa ho anche espresso la mia opinione riguardo al cercare di ri-appropiarsi degli spazi (nello specifico XL ma in larga misura potrebbero essere tutti i mezzi di comunicazione) invece di ditruggere tutto e arroccarsi sulle proprie opinioni.
E' una tendenza negativa questa che non porta a nulla, magari si spera di scuotere un po' le coscienze e invitare tutti ad essere un po' più critici con se stessi e con ciò che ci viene propinato, quello che mi sebra di capire dice Brasi nel suo commento, e va bene, ma credo che realisticamente parlando sia molto difficile.
Ecco perchè a chi odia XL dico basta non comprarlo, a chi dice che bisogna non farlo uscire proprio invece dico che bisogna farlo uscire insieme ad altre riviste ma cercando di sensibilizzare redazioni e collaboratori proprio alla causa della "qualità" e onestà degli artisti. A meno che non si sia in possesso di mezzi economici per opporsi con nuovi prodotti sul mercato e poter seguire una linea propia, diversamente un blog, notevole per quanto possa essere, difficilmente potrà andare oltre, sicuramente risulterà un ottima piazza telematica nel quale chi ha idee più o meno simili può ritrovarsi, ma non si affronta il problema e non lo si risolve.
Postreste anche dirmi "questa è casa nostra e facciamo quello che vogliamo indipendentemente da tutto", sarebbe giusto, ma dato che la portata di alcuni post mi sembrano abbastanza professionali dal punto di vista giornalistico non mi son voluto limitare a considerarvi solo una cricca che viene qui per amazzare un po' la routine, poi magari mi sbalgio, non ci sarebbe niente di male neanche in questo. Spero di essere stato chiaro.
P.S. A questo punto Rico, dovresti dire il perchè del mio pseudonimo infondo non era poi così difficile da capire considerando il confronto avuto col mio primo interloocutore del blog.
E' solo un ipotesi: hai cercato uno pseudonimo "equivalente" a quello dell'interlocutore Tone.
RispondiEliminaTone e Volume si trovano insieme sugli ampli e le chitarre. E' così?
Detto questo, peace and love e mettiamo una croce su questo post. Sono stato poco fa sul blog di Grillo dove si parla di cose realmente raccapriccianti.. Altro che XL!
rico
E' così. Daccordo.
RispondiEliminaVolume.
Ahah, mi ero perso tutto questo!
RispondiEliminaChe XL sia la rivista leccapiedi tra gli altri, anche di Agnelli e della sua cricca, ormai è cosa ben appurata.
E insomma, è cosa gradita sia ai giornalisti (!) faciloni di XL che al "clan degli Agnelli" spacciare quelle facce in copertina per "la nuova musica emergente": gente che sta sui palchi in alcuni casi da un ventennio, e si definisce "emergente"... qualcosa non quadra. Il fatto è che - come ha ben espresso qualcuno in un messaggio più in alto - serve dettare mode ad uso e consumo di fette di mercato che vanno coperte: e allora ben vengano i musicisti "terribili" da sdoganare al ragazzino che si sente "alternativo". Il ragionamento è semplicistico, ma in linea di massima regge.
Sulla questione qualitativa, spero che non passi la facile equazione: vendo poche copie e non mi caga nessuno = musica di qualità VS quel che faccio ha risonanza mediatica = musica di merda. Perché spesso non è così: non lo è, tantissime volte, nel primo caso (eppure lì fuori è pieno di "giovani artisti incompresi" che dovrebbero farsi un esame di coscienza); e non lo è altrettanto frequentemente nel secondo caso. Non credo che siano da condannare, però, le giusiferreri ed i marchicarta (o i geni, per fare il nome di qualcuno che arriva dal nostro stesso background) del caso: credo che nessuno con un minimo di buonsenso abbia la sfacciataggine di cercare "pretese artistiche" nei loro dischi.
Allora si tratta, secondo me, di una questione di onestà intellettuale, e tutto ruota attorno al riconoscere questi dischi come un "prodotto", senza alcuna ambizione di essere considerato "buona musica": se vendono il numero di copie prestabilito, vuol dire che il prodotto è buono nei termini in cui, in quanto "bene di consumo", ha raggunto il fine che era stato prefissato; se si supera ogni aspettativa, il prodotto è ottimo e va spremuto come un limone. Mi sta infinitamente sul cazzo (per ricorrere ad una figura retorica nota come "francesismo") la gente -uhm, come la vogliamo chiamare? alternativa? indie? che frequenta gli stessi concerti che frequentiamo io e voi? vabbe', l'importante è capirsi... - che sproloquia con frasone tipo: "se io incontrassi Tiziano Ferro gli tirerei un pugno in mezzo agli occhi": ed esistono, di queste persone, ve lo giuro su carlopastore.
Allora, sarebbe bello se anche le facce su quella copertina, Agnelli in primis, iniziassero ad ammettere di essere parte, e parte consapevole e consenziente, di questo meccanismo che si chiama business; e che la smettessero di nascondersi dietro i panni degli "eterni outsiders" o dei "giustizieri mascherati della musica indipendente", ché ogni bel gioco dura poco e dopo un po' uno fiuta la puzza di stantio. Ecco perché schifo pure il comprare la sua compilation, che è un metodo per intortare i suoi stessi fan.
Tanto per chiudere con una citazione: "è il naturale processo di... marketing"
PS: chiedo scusa per il papiro sconclusionato, succede sempre così... inizio a scrivere promettendomi che sarà solo una frase, e poi mi perdo nei meandri di ragionamenti senza filo logico.
Grande Volume, io propongo il tuo tesseramento ad onorem. Chiedo il consenso degli altri associati.
RispondiEliminaNino
Sinceramente non mi sconcerta questa inchiesta e copertina di XL. Chi ha letto almeno una volta la rivista sa cosa aspettarsi. Ergo l'articolo ci sta tutto. L'unica cosa assurda mi sembra essere il parlare di giovani che giovani non lo sono affatto. Tralasciando completamente il discorso XL per quanto riguarda la qualità non vorrei dilungarmi troppo, perchè trovo una battaglia persa controbattere a qualcuno che afferma che "tutta quella accozzaglia di cantanti è solo cascame" non se ne esce più. Dico solo che Catartica dei Marlene Kuntz e Hai Paura Del Buio degli Aftehours sono 2 capolavori degli anni '90, il debutto dei Baustelle è uno dei più bei debutti degli ultimi 10 anni in ambito italiano (ma non fa figo dirlo, vero?), Marco Parente è un compositore con i contro coglioni e per giunta molto coraggioso. Stesso discorso per Benvegnù. Mi sento di dire che tutto questo è oggettivo e prescindere dai gusti. Ehmmm....io mi reputo arrogante, non mi vergogno ad ammetterlo, ma qui si sfiora la pazzia. I gusti sono gusti e ci sta tutto, ma davanti alla qualità oggettiva non si sfugge. Il vostro problema sta nel rapportare tutto al vostro modo di ascoltare e vivere la musica, almeno questa è l'unica risposta che riesco a darmi. Cercare di essere un pelino più oggettivi non guasterebbe.
RispondiEliminaUn'altra cosa: leggendo tutti questi commenti ho notato un certo autocompiacimento di fondo nella scelta del linguaggio usato. Consiglio di adottarne uno un po' meno sofisticato per evitare mal di testa a chi legge. Ah ah...sto scherzando.
Un saluto in particolare a Tone, Rico e Brasi.
Sampei
Disguido, Pet Sound e Revolver sono capolavori assoluti, non Catartica, che è un dischetto generazionale per ragazzi (per quanto io stesso l'ho difeso!!).
RispondiElimina:P
rico
Questo è il problema. Se non iniziate a vedere le cose nel loro contesto non serve neanche stare a parlare. Catartica paragonalo se vuoi ad un altro disco italiano, nato per il mercato italiano e magari nello stesso decennio. Non serve a niente paragonarlo ad un disco dei Beatles. Se pensi di fare un favore ai tanti gruppi sconosciuti italiani che ti piacciono e meriterebbero di più ( io comunque la penso allo stesso modo se non si era capito, ma con le dovute riserve) sminuendo un disco come Catartica è meglio se abbandoni l'idea. Non fai nessun favore a nessuno. Anzi.
RispondiEliminaSampei
se considerassimo il contesto, a questo punto perchè non parlare dei gruppi metal che sono nati a galatone (lecce) negli anni '80 o della romagna di raul casadei e il suo intreccio di salsicce e ritmi danzerecci...
RispondiEliminail confronto con quello che succede fuori è indispensabile nell'arte come nella vita..
pegasus
Il confronto può essere indispensabile se fatto con cognizione di causa, altrimenti non porta da nessuna parte. Un paragone Revolver-Catartica non porta da nessuna parte, in quanto non paragonabili ai fini di una supremazia di uno o dell'altro. Se invece vogliamo parlare di capolavori assoluti che trascendono dal genere musicale allora è un altro discorso, ma questo porterebbe solo a troppe parole e nessun risultato concreto.
RispondiEliminaSampei
Invito Odelay a pubblicare un nuovo post, magari considerando in nuovi spunti che pian piano sono venuti fuori da questa bella discussione.
RispondiEliminaBand italiane a confronto, salento artistico rapportato all'Italia, gli artisti, quelli meritevoli di nota e quelli non..insomma, fate voi, io ci sono.
Volume.
il confronto porta sempre da qualche parte...se diciamo che due cose sono completamente differenti e per questo non paragonabili, su quale base lo affermiamo? qualità? provenienza? cosa?
RispondiEliminase poi ci fissiamo sul relativismo culturale non ne usciamo più e non avrebbe senso discutere di niente e nessuno..qui si prendono in considerazione alcuni criteri e partendo da quelli si giudica...
e sui criteri fin qui elencati l'equazione che ne scaturisce è questa: musica italiana < musica inglese, svedese, tedesca, francese, finlandese, norvegese, statunitense, canadese e chi più ne ha più ne metta
pegasus
diciamo che l'articolo di xl è stato un po' una vaccata in quanto privo di coerenza. Io sono un amante della musica così detta alternativa e di gruppi nell'underground italiano ne conosco un po', infatti scrivo anche in una fanzine.
RispondiEliminaPrima di tutto non si può dire che quei personaggi in copertina siano sconosciuti e soprattutto giovani, mi pare infatti che i Marlene Kuntz e gli Afterhours siano in scena già dagli anni '90. Ricordiamo anche che Linea 77, Tre ragazzi allegri e morti non producano ultimamente dei lavori degni di nota. Già sono andato ai concerti di tutti questi gruppi sopracitati e non mi ricordo di aver trovato la platea vuota.
Purtroppo è stupido e inutile a stare a fare le vittime quando non si è, ci sono altrettanti gruppi "alternativi" che una copertina in un giornaletto locale se lo sognano, immagina uno nazionale come XL.
E poi, cavolo, con tutti i mezzi di comunicazioni che ci sono devo aspettare che Mtv o qualche altro canale del minchia mi suggerisca cosa devo ascoltare.
Se voglio la musica che mi piace me la vado a cercare.
ARMADUCO