Una scelta criticabile, lo so già. Ma le associazioni mentali posseggono una verità profonda, nascosta in qualche angolo di psiche non del tutto comprensibile e per questo affascinante. E' così che steso sul letto domenica scorsa, mentre davo sfogo a liberi pensieri mi è venuto in mente che era tempo di disco del mese e inspiegabilbente avevo solo un nome in testa: Set'em Wild Set'em Free degli Akron Family. E' bene ammetterlo subito, questo non sarà certo il disco dell'anno né un capolavoro dagli ascolti a lungo termine. E' piuttosto un esempio, una lezione di stile, anzi di stili. Quelli che i tre freakettoni in questione utilizzano e alternano con invidiabile disinvoltura, contro ogni apparente incoerenza, per un risultato finale tuttavia completo e appagante.
C'è il freaky rock di Everyone Is Guilty, che nei cambi di ritmo incrocia i poliziottesci funky alla Franco Micalizzi. Ci sono gli africanismi di River, che se da un lato potrebbe essere il pezzo che i fan ansiosi dei Vampire Weekend stavano aspettando dall'altro ricorda le ultime versioni del Devendra Bahnart più terzomondista. Gli episodi elettronici e meno accessibili, come da tradizione, non mancano: MBF inizia prog quanto i Motorpshyco per disperdersi in una battaglia spaziale di synth acuti e pattern ossessivi. Il folk (The Alps & Their Orange Evergreen, Set'em Free) e le costruzioni corali da processione hippy (The Will Appear, Last Year, Sun Will Shine) riportano, infine, alla purezza e alla piacevolezza uditiva, con quel tocco di orecchiabilità che piace e non annoia. L'avrò descritto troppo seriamente, forse, ma la realtà è che questo è un disco serio e non possiamo sempre fare i cazzoni rekkiabilly.
Perciò vi consiglio di prendervi la vostra oretta di serietà e ascoltarlo come io comando ;) C'è il freaky rock di Everyone Is Guilty, che nei cambi di ritmo incrocia i poliziottesci funky alla Franco Micalizzi. Ci sono gli africanismi di River, che se da un lato potrebbe essere il pezzo che i fan ansiosi dei Vampire Weekend stavano aspettando dall'altro ricorda le ultime versioni del Devendra Bahnart più terzomondista. Gli episodi elettronici e meno accessibili, come da tradizione, non mancano: MBF inizia prog quanto i Motorpshyco per disperdersi in una battaglia spaziale di synth acuti e pattern ossessivi. Il folk (The Alps & Their Orange Evergreen, Set'em Free) e le costruzioni corali da processione hippy (The Will Appear, Last Year, Sun Will Shine) riportano, infine, alla purezza e alla piacevolezza uditiva, con quel tocco di orecchiabilità che piace e non annoia. L'avrò descritto troppo seriamente, forse, ma la realtà è che questo è un disco serio e non possiamo sempre fare i cazzoni rekkiabilly.
Tone
libere associazioni mentali...perchè criticarle?
RispondiEliminaanche se ragionate possono piacere; non credi?
"a me mi piacciono"... quindi: ottiama ASSOCIAZIONE...MENTALE...quasi una società di pensieri!!!!
millomich
PS: per chi mi trovasse il mio scritto incomprensibile, non si scervelli perchè lo scritto è destinato alla comprensione esclusiva di Squagghia!!
correggo il "mi trovasse il mio scritto" in "chi trovasse il mio scritto"
RispondiEliminaOh ma chi è che lascia sti commenti senza senso? Bhà.
RispondiEliminaComunque Akron Family se non è disco del mese sicuro sono stati concerto del mese. Un live freakettò come dio comanda, anche se erano solo in tre sul palco del lokomotiv.
rico
un concerto onirico, direi...
RispondiEliminabradi
i commenti sono sempre firmati... deduco che qualcuno non li capisce perchè non sa leggere allora...
RispondiEliminaPS: hihihihi
millomich