lunedì 6 luglio 2009

Il Dirty Proggetto

Non è il nuovo sporco proggetto di Giuliano! Dirty Projectors è un giovane prolifico musicista americano, Dave Longstreth (sempre di quelli per cui si usa il termine "poliedrico":P). Il suo ultimo album, Bitte Orca, è nella best new music di Pitchfork, il più influente sito di critica musicale che ci riguardi, che gli ha concesso un bel 9.2, fatto che succede ogni morte di papa (quindi si spera che...) e scatena il chiacchiericcio dei quattrocchi dei blog.
Voti a parte, un lavoro sicuramente interessante e consigliato. Un disco di quelli che, un po' come l'ultimo di Animal Collective, traghettano l'indie verso lo stato dell'arte. Ancora indie come sensibilità, ma colto e intellettuale.
Dirty Projector erano già una promessa in questo senso, visti i lavori precedenti, e con questo hanno chiuso un primo cerchio. Già capolavoro e disco dell'anno per molti, specie quelli più vulnerabili al verbo Pitchfork.
L'ascolto non è immediato e necessita di orecchie ben pulite, tempo da dedicare e impegno e ripetuti re-play. Ma la gratificazione non mancherà. Un po' perchè alla fine la resa è pop, un po' per l'ottima produzione che è già una goduria di sè. Patchwork assoluto con cambi improvvisi di genere e di registro, batterie che sbucano ex abrupto, accenni di accelrazioni improvvise. I classici giochicchi degli sperimentatori per sorprendere e rompere la magia della musica - quelli che i Naked City farebbero per assaltare l'ascoltatore, solo che qui non c'è niente di urticante, tutto scivola mellifluo. Soul bianco che si alterna a chitarre rock, vintage acustico e tocchi di elettronica, pop folk che sfocia in aperture world, un uso pazzesco dei cori di donna con fioriture che sconfinano ben oltre il suono occidentale. D'altra parte l'accostamento con gente come David Byrne o Ali Farka Touré è già cosa detta e scritta riguardo al giovane Longstreth (qua in foto).
E se gli etnicismi world non vi garbano, potrete godervi i numerosi scorci di pop più canonico che rendono ancora più fruibile la cosa: rock, r'n'b, nu soul, che possono fare invidia al mainstream attuale.
Non solo perchè lo dice Pitchfork :P

rico

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