Lutto per il giornalismo musicale italiano - e piccolo lutto per me ... Scopro da Brasi, il nostro uomo "nero", che non avremo più in edicola Superfly, forse la più bella rivista di musica che abbiamo avuto in Italia e sicuramente la migliore in ambito black.
Superfly ha frugato per anni tra funk, soul, jazz, blues, r'n'b, hip hop, techo, elettronica, reggae ska e in tutto quel mondo nero anch'esso e quasi mistico dei vinili. Ha esplorato tutto l'universo nero paramusicale del ghetto, del writing, della break, dell' exploitation eccetera.
Una rivista bella proprio in un'accezione strettamente estetica, nel senso che era un piacere averla tra le mani, che quasi solleticava tentazioni analogiche. Grafica curatissima, creativa e arty, copertine sempre cool e mai "para-cool", senza ammiccamenti e pure molto fiche. Merito di Pane, il loro art director. Ma era anche un piacere da leggere: grande senso per la narrazione e questo tocco vintage dato dall'amore per la black che fu e da quelle venature exotiche che si legavano al mondo negro per via del cinema blaxploitation e per le colonne sonore anni Settanta. Un piede nel passato, ma l'altro fisso nel presente e un terzo piede bionico volto al futuro, come d'obbligo nel mondo musicale nero. Belle tutte quelle storielle su personaggi improbabili forse mai esistiti. Il loro commiato sul loro sito www.superflymagazine.com . Pare che continuino l'attività "senza supporto", ma non sarà la stessa cosa.
rico
Superfly ha frugato per anni tra funk, soul, jazz, blues, r'n'b, hip hop, techo, elettronica, reggae ska e in tutto quel mondo nero anch'esso e quasi mistico dei vinili. Ha esplorato tutto l'universo nero paramusicale del ghetto, del writing, della break, dell' exploitation eccetera.
Una rivista bella proprio in un'accezione strettamente estetica, nel senso che era un piacere averla tra le mani, che quasi solleticava tentazioni analogiche. Grafica curatissima, creativa e arty, copertine sempre cool e mai "para-cool", senza ammiccamenti e pure molto fiche. Merito di Pane, il loro art director. Ma era anche un piacere da leggere: grande senso per la narrazione e questo tocco vintage dato dall'amore per la black che fu e da quelle venature exotiche che si legavano al mondo negro per via del cinema blaxploitation e per le colonne sonore anni Settanta. Un piede nel passato, ma l'altro fisso nel presente e un terzo piede bionico volto al futuro, come d'obbligo nel mondo musicale nero. Belle tutte quelle storielle su personaggi improbabili forse mai esistiti. Il loro commiato sul loro sito www.superflymagazine.com . Pare che continuino l'attività "senza supporto", ma non sarà la stessa cosa.
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