Nella mia mente una parte degli anni ’90 non si è ancora conclusa. Qualcosa è rimasto a metà, sospeso. Ricordo solo qualche pomiciata, la morte di Kurt Cobain e il capodanno del 2000. Il grunge e lo shoegaze mi piacevano, ma poi erano già finiti. Tutto questo revival allora, dico io, è un bene. Gente come i No Age sta cercando di chiudere quella parentesi, di affrontare un transizione mai avvenuta. E’ un lavoro importante, che richiede serie capacità storiografiche. Ripartire dal loro ultimo “Everything in Between” è uno dei tanti modi per comprendere dove sta andando il rock e dove vogliamo andare noi.
Tone
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