sabato 20 giugno 2009

Arriva comu na petra il mattone Bass Culture. Pe' tutti li massicci!

Massicci che andate alle dance hall solo per stonarvi, che pensate che la musica reggae sia solo un accessorio della ganja nella cultura rasta, che il reggae sia nato con Bob Marley, che il sound system sia un invenzione dei Sud, o ancora che lo ska siano gli ska-P. Ecco, voi, massicci, rude boys del sud europa, c'è finalmente un libro per voi. Si si, inorridite pure alla parola "libro"... Ma anche voi, discotecari pidiellini e voi combat militanti qualunquisti, questo mattone servirebbe anche a voi, perchè il reggae non solo solo erba e pidocchi nei dread o raggamuffing tamarro. E infine voi, indie rocker puzzetta sotto il naso, come reagirete sapendo che lo ska e il rocksteady erano una materia cool seriamente cool, esattamente come il jazz e l'r'n'b da cui provenivano? Finalmente possiamo leggere in italiano un'opera che fa chiarezza su una delle culture underground (poi overground) più influenti degli ultimi anni. Lloyd Bradley ci racconta una storia incredibile, di un'isola fatta di miserabili che agogna la propria indipendenza dall'Inghilterra colonialista e rivendica una propria identità anche grazie alla musica, divenuta in pochi anni motivo di orgoglio nazionale. Uno stato in cui questa musica nuova e strepitosa diventa affare pubblico e porta al riscatto milioni di sufferah delle periferie. Bass Culture ci spiega passo passo tutta l'evoluzione della musica giamaicana, legando ogni variazione ritmica, ogni evoluzione nell'arrangiamento, nella composizione delle band a un cambiamento nella società. Ci spiega veramente tutto e ci fa capire un sacco di cose che ci riguardano, sì che riguardano proprio noi salentini e la rivoluzione di costume che abbiamo visto negli ultimi 20 anni fatta di dance hall, sound system, dread, slang e miti rastafari. Certo loro partivano dal jazz e noi da un reggae già imbastardito e molto poco raffinato. Ma la rivoluzione è analoga. E i sufferah giamaicani e le loro storie sono per molti versi simili ai nostri massicci, tra violenza, sciovinismo, voglia di evadere e tanti tantissimi sifoni.

Rico

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