martedì 21 luglio 2009

Intervista a Michele Manca del Sudestream festival

Visto quanto accennato nel precedente post ho voluto approfondire la questione Streamfest. E’ un evento che merita. Si ama definire “festival internazionale di cultura eco digitale” perché abbina cultura tecnologica dell’eco-sostenibilità alle arti digitali audio e video. Tutto lo spettacolo sarà, simbolicamente, eco-sostenibile, del tipo che gli impianti di diffusione audio, gli schermi e illuminazione saranno a basso consumo alimentati col fotovoltaico, che sarà fatta raccolta differenziata, che la carta è riciclata ecc. A noi interessa più prosaicamente la questione musicale e di intrattenimento. Perciò mi sono rivolto direttamente a Michele Manca, direttore anche artistico, con alcune domande che vi beccate qui sotto. Per il programma e tutto il resto il sito è www.streamfest.org

Io: Cos'è sud e-stream?
MM: Sud eStream è un associazione culturale nata 3 anni fa per volontà di un gruppo di ragazzi salentini che avevano in comune tanta voglia di fare e di mettere in pratica anni di esperienze professionali nell’ambito dei new media e dell’organizzazione di eventi. Interesse principale dell’associazione è quello di diffondere la cultura del digitale contemporaneo in tutte le sue sfaccettature, e lo StreamFest ne è il figlio legittimo.

Io: Il Salento ha dato un’immagine di sé fortemente stereotipata, legandosi a due generi musicali, che neanche nomino per quanto hanno scocciato... È da tempo arrivato il momento che anche le altre “quote” del mercato musicale locale tirino fuori la testa. Convieni con noi?
MM: Come non potrei convenire con voi??? È ormai da tre anni che lavoro costantemente al progetto Streamfest. Dopo 15 anni trascorsi a lavorare nel campo dell’organizzazione di eventi in giro per l’Italia, ho deciso di investire sul nostro territorio proprio perché mi sembrava il caso di favorire un’ondata fresca e stimolante e di offrire nuovi spunti di riflessione in una situazione culturalmente un po’ stagnante. E ad oggi, visti i risultati del progetto StreamFest, sono alquanto entusiasta sia della risposta del pubblico locale (visto che quello nazionale era ormai avvezzo da anni alla tipologia di evento proposto) che dei livelli qualitativi raggiunti….

Io: Quello della musica elettronica è uno dei volti del territorio. Qual’è la “quota” dell'elettronica nel ventaglio complessivo della musica locale?
MM: A mio avviso ancora troppo piccola in relazione alle potenzialità offerte dal nostro territorio. Questo principalmente per due ragioni: la prima, per motivi di percezione dell’oggetto culturale, la seconda per un fenomeno di ritardo nel processo di sviluppo socio-culturale. Ed è proprio in questo contesto che il carattere innovativo e trasversale dello Streamfest acquista ancora più valore ed importanza.

Io: Il 6 agosto al Parco Gondar avete messo su una scaletta che spacca. Come mai proprio Cassius headliner? La house francese è particolarmente seguita qui?
MM: Innanzitutto, in virtù del mio ruolo di direttore artistico della manifestazione, grazie per il giudizio sulla scaletta. La scelta di Cassius nasce in primis da un mio personale apprezzamento artistico e dal riconoscimento di un indiscutibile importanza storica. Inoltre, il fatto che sia la prima volta nel Salento non può che rendermi onorato della scelta…

Io: L’offerta musicale estiva continua a crescere da queste parti. Gusto Dopa al Sole, Salento Summer Festival e varie feste della birra con dance hall e hip hop, il Plug and Play e lo Streamfest con l’elettronica, Sud Est Indipendente e Sound Res per l’indie. Sono tutti eventi degni di nota. Pensi si possa arrivare a impiantare qualcosa di grossissimo nei prossimi anni (tipo i vari Sonar, Sziget, Pukkelpop, Benicassim, Primavera Sound o lo stesso Rototom)? Il pubblico è sufficientemente ricettivo?
MM: Non ti nascondo che il progetto Streamfest nasce con l’intento di raggiungere livelli qualitativi e strutturali tipici dei festival europei. Il salento è diventato negli ultimi anni meta di buona parte della popolazione giovanile nazionale. Purtroppo non si riesce ad attirare ancora turismo estero in quantità adeguate, e questo, a mio avviso, a causa di una politica turistica ancora troppo debole. Più che preoccuparsi della ricettività del pubblico, io mi interesserei della mancanza a livello locale di cooperazione tra le realtà esistenti, che è poi la base necessaria a creare grandi progetti. In più, secondo me, sono pochissimi gli spazi nel territorio salentino adatti ad ospitare una manifestazione delle dimensioni a cui tu facevi riferimento…

Io: Che prospettive di crescita ha lo Streamfest? Le istituzioni appoggiano? Lo appoggeranno?
MM: Le prospettive di crescita dello Streamfest guardano ai livelli europei. Ad oggi il Festival gode del supporto delle più importanti manifestazioni del genere a livello nazionale. Le istituzioni locali e regionali stanno appoggiando il progetto e spero che lo facciano anche in futuro. Ciò nonostante, lo sforzo che necessita anche a livello istituzionale deve crescere di pari passo con la manifestazione: per citare un esempio, il Sonar di Barcellona ha avuto come punto di forza da sempre un forte appoggio da parte dell’Ajiuntament de Barcelona, la nostra Provincia. A mio avviso, una manifestazione culturale ha bisogno di adeguato appoggio istituzionale per poter esprimere al meglio i propri contenuti.

Io: Nel programma del 6 agosto c'è un talento che viene da queste parti e che conosciamo bene: Congorock. Pensi che sia una mosca bianca o è il prodotto di un certo humus locale?
MM:
Mi fa piacere sentire che conoscete bene Congorock, perché purtroppo non è mediamente così qui in salento…Lui rappresenta quella categoria di artisti, che non sono pochi, famosi all’estero e molto meno in patria.
Il salento ha “sfornato” tanti talenti in ambito musicale, anche se è inevitabile che perché un’artista si affermi ha bisogno di vivere per lo meno una dimensione culturale nazionale, dimensione che Congorock ha vissuto e vive tuttora a Milano. La scelta di averlo nel cast artistico è scaturita, oltre che da un giudizio di carattere artistico, proprio dal fatto di voler contemplare e dare spazio ad artisti di provenienza locale. Prerogativa dello Streamfest, infatti, è quella di essere sì un festival internazionale ma di voler al contempo valorizzare quello che tu hai appena definito “humus locale”…

Io: Grazie!
MM: Grazie a te…e feel the stream!!!

rico

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