domenica 20 settembre 2009

Brasi la blecche! Cinema e diritti civili (negati)

Torna l’approfondimento su musica e cultura colored di Odelay. Stavolta parliamo di cinema, di diritti civili, di James Brown e di Fela Kuti.

The Night James Brown Saved Boston (Usa 2008) di David Leaf

Non si definiva un’attivista James Brown. Aveva le sue idee certo: la rivoluzione arriverà e sarà violenta, altro che quelle mosce manifestazioni a base di resistenza passiva volute dal reverendo Martin Luther King Jr. Eppure, almeno per una notte, la stella della musica ha abbracciato il pragmatismo del leader afroamericano e ha portato la città di Boston a superare indenne una delle notti più difficili della sua storia. Tutto questo è raccontanto nel documentario The Night James Brown Saved Boston di David Leaf (quello di US vs John Lennon e Beautiful Dreamer: Brian Wilson and the Story of 'Smile’), attraverso le testimonianze di storici e personaggi coinvolti nell’affaire e vicini a James Brown. Le cose andarono grosso modo così: a poche ore dall’assassinio di M.L. King i ghetti delle città americane sono in preda a disordini e violenze. James Brown deve suonare a Boston e il sindaco della città non è affatto contento, teme che la popolazione afroamericana radunata per il concerto possa dar vita a una sommossa. Bisogna far stare la gente a casa, pensa, e affida la diretta televisiva dell'evento ad una TV locale. James Brown è contrariato, ovviamente, molta gente non lo andrà a vedere e non pagherà il biglietto, il primo cittadino di Boston lo rassicura promettendogli un cospicuo risarcimento ma alla fine James Brown ne intascherà solo le briciole. Lo spettacolo, però, è vedere la macchina del sesso che tiene a bada i suoi negretti che saltano sul palco, difendendoli dalla polizia e incitandoli a provare orgoglio per la propria identità (say it loud, I'm black and I'm proud) e per questo ad evitare qualsiasi scontro.

L'ospite inatteso
(the Visitor, Usa 2007) di Thomas McCarthy

Ci sono film che non conquistano subito. Bisogna aspettare e lasciare che la nostra voglia di divertirci si faccia da parte e lasci il posto alla necessità di capire. L’ospite inatteso è un film dall’andatura lenta, che ci lascia il tempo di sorridere e di provare pena per i nostri simili. E’ la storia di un docente universitario americano che si ritrova a condividere la sua casa con una coppia di giovani immigrati irregolari, lui musicista, siriano, lei venditrice di collanine, senegalese, e di come questa convivenza finisca per cause inspiegabili, o meglio incomprensibili a chi guardi all’umanità al di là degli schemi del diritto. L’amicizia tra il prof e Tarek il siriano nasce dall’amore per la musica: l’americano vuole imparare a suonare il pianoforte (simbolo di individualismo e di solitudine in questo film) mentre il giovane lo convince a provare il jambè (le percussioni africane, da suonare insieme, e più si è meglio è) e gli regala un disco di Fela Kuti, perché possa trarne ispirazione. Ma la violenza delle leggi sull’immigrazione e dei suoi zelanti esecutori mette fine a questo delicato rapporto e pone le premesse per il naufragio di una civiltà.

brasi

8 commenti:

  1. brasi vogliamo anche la sezione cinema su odelay!

    tone

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  2. Io sto approfittando della fibra ottica di mia sorella a Milano ed ecco che mi ero dimenticato L'OSPITE INATTESO, film che volevo andare a vedere al cinema, ma che mi sono perso. Denghiu Brasi, rimedio immediatamente.

    Andrea

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  3. anche noi abbiamo approfittato della fibra ottica...pensa te!

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  4. pensa, andrea, che io ieri volevo vedere un film di mazzate :-D

    brà

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  5. Guarda che pacco Fela Kuti!

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  6. ahahah...

    X disgui: di niente, ma soprattutto... "in che senso?" :-D

    sbrà

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  7. nel senso che mi hai ricordato di "prendere" l'ospite inatteso :P

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