mercoledì 30 settembre 2009

Settembre fa The Almighty Defenders

Non sarà l’album dell’anno per nessuno ed è certo che pochissimi ne faranno menzione, anche perché il disco oggettivamente non è un capolavoro. Ma noi non siamo certo qui a fare classifiche di qualità o a dimostrare di capirne qualcosa. Noi andiamo a pelle, a simpatia. E sapere che i Black Lips e The King Khan and BBQ Show si sono ritrovati per registrare insieme ci scatena simpatia a quintali. Fuori dai giudizi di merito, quindi, possiamo dire che The Almighty Defenders ci piacciono perché raccolgono tutto ciò che preferiamo dell’attuale scena punk mondiale, sempre che ci sia una scena. Ma comunque sì, ho detto punk. Me ne fotto dei nostalgici-passatisti e di chi è rimasto ai Sex Pistols o ai Clash. Per non parlare di chi confonde le carte con l’hardcore.
Ci sono dischi e band imprescindibili, certo, ma per chi come me è figlio del nuovo millennio fanno parte di una storia solo ascoltata e mai vissuta. I movimenti si evolvono, cambiano, e questa gente sta dimostrando che nel 2009 c’è ancora un modo di essere punk. Un modo nuovo, diverso da quello delle origini, che ha poco a che fare con quell’estetica e con la ribellione. Apolitico, privo di nichilismo, ma passionale e cazzone, soprattutto cazzone e per questo divertente ed esaltante. Insomma, Lester Bangs l’aveva già capito, “il punk è mandare affanculo il punk”, ma sempre punk rimane. E questi qui lo mandano affanculo tutti i giorni, attingendo al soul, al garage e al nostro caro rock’n’roll.
Escono per quegli snobbettini di Vice, ok, ma è certo che quello è solo uno strumento non il fine. Qui c’è feeling signori, amici che suonano e si divertono dannatamente, gioia e delirio puro. Musica genuina.

Tone

P.S.
I Black Lips tornano in Italia e io sono già sotto il palco:

17 nov - Spazio 211 - Torino
18 nov - Musicdrome - Milano
19 nov - Covo - Bologna
20 nov - Blackout Club - Roma


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