domenica 25 aprile 2010

SOtto osservazione: Samuel Katarro

Abbiamo già parlato qui di questo fusoide e continuiamo a tenerlo sotto osservazione con massima attenzione perché qui siamo certi che ne uscirà un mostro, vista anche la sua giovane età – e vista la sua instabilità!
Lo avevamo visto voce e chitarra e già mostrava tutto il suo potenziale di “fuoritudine”, nel senso che proprio si vede che questo sta da un’altra parte. La scioltezza nel cambiare chitarre e registri e nell’uso pazzesco della voce già parlava chiaro sul fatto che non ci fa ma ci è. Tutto confermato nel secondo disco appena uscito, The Halfduck Mystery, che si può ascoltare su Rockit in questi giorni, dove potete anche leggere una recenza soddisfacente.
Samuel Katarro ci mette tutto quello che gli passa per la testa ed è evidente che quello che gli passa per la testa sono dei viaggi allucinanti. Verrebbe da chiedersi che razza di adolescenza trumatica si sia fatto il piccolo Alberto Mariotti (questo il nome vero) . Perché è chiaro che i suoi idoli di gioventù non sono i Nofx, che la sua cameretta non ha mai visto un poster per Fat Mike o Billie Joe Armstrong… tutt’al più Les Claypool e Mike Patton, se proprio vogliamo pensarlo come un bimbo più o meno normale. Quel che è certo è che oggi si riconoscerà nelle leggende più schizoidi del rock meno convenzionale di sempre: Syd barrett, David Thomas, Tim e Jeff Buckley su tutti.
Intanto gli orizzonti si allargano. Dal quel blues folk sbiellato di un anno fa Katarro alza il tiro della composizione e degli arrangiamenti, tutti egregi. La psichedelia era lì ad attenderlo e lui ha obbedito alla chiamata.
Nel disco, tra urla baritonali e archi che stridono, versi macabri, presenze inquietanti, folli peregrinazioni psichedeliche, trovano spazio pure ampie melodie corali (vedi l’apertura Rustling, three minutes in California, ecc.). Non mancano le marcette alla Jennifer Gentle (The First Years Of Bobby Bunny), o motivi di sapore country (che in Pink Clouds Over The Semipapero echeggiano proprio i Primus) per poi allungarsi in code acide degne di Monty Python. E non manca spazio per cose più indie (come 9V, Flaming Lips?). Insomma, positivi segni di apertura. Se deciderà di proseguire questa sana frequentazione con il pop potremo aspettarci il Pet Sounds italiano, vabbè, per dire… Ma per questo dovremo pazientare. Credo che Katarro stia ancora oliando gli ingranaggi. Tuttavia le promesse sono grandi e il ragazzo si farà (anche se sembra già… completamente fatto :D)

Rico

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