Mentre mi ripulisco le orecchie da tutto quell'indie con il rocksteady dei Paragons, provo a rispondere a quel fetente di Rico, con cui a Barca ho condiviso la filosofia dello slow-fest. Nel senso che abbiamo preferito la qualità alla quantità e le pause di riflessione (roooooonff) tra un concerto e l'altro piuttosto che correre contro il tempo per vedere tutto.
Di questo Primavera sound mi rimarranno i panini al prosciutto cotto (spero che lo fosse) del paki, la birra a 1 euro e 50 comprata fuori e consumata fuori del park, il mare chiuso tra colate di cemento e le migliaia di hipster con cui non ho scambiato nemmeno una parola. E dire che fuori c'era anche una città, ma chi se n'è accorto. Ok, la smetto di fare l'adrianocelentano, però è vero che l'idea di festival tutto prati, venditori di perline colorate e tipe strafatte che si spogliano e te la tirano addosso è lontanissima. E' stato il festival del polically correct e del marketing, e lo scatolone di scarpe Adidas lo spiega chiaramente.
Per quanto riguarda la musica, bisogna ammettere che la maggior parte degli artisiti si è esibito in performance superiori a quelle dei tour (alcuni li avevo già visti e ho potuto fare il confronto), si vede che ci tenevano a fare bella figura. James Blake si è confermato bravissimo, il più fresco e in forma, non per quanto riguarda il dubstep, ovviamente, ma il pop; gli Animal Collective hanno fatto del loro meglio per rovinare la festa ai fan dell'ultima ora, suonando solo due pezzi dell'ultimo disco (fatto bene!); Caribou s'è meritato l'ovazione, gli Interpol i fischi e le band storiche l'affetto dei fan (ma ci hanno dato dentro, eh, parlo almeno dei Pere Ubu e degli Swans).
Concludendo come in un temino delle medie, ci aspettiamo, per il futuro, un festival più a misura d'uomo.
brasi
Concordo su tutta la linea.
RispondiEliminaps: il brasi è il gradino evolutivo superiore all'hipster.
mBrina
brasi, come al solito, rispetto la tua opinione...
RispondiElimina(rico)
RispondiEliminambrina devi dire a sacha che ha un buono per una cena a casa nostra e può portare una persona :-D
RispondiElimina@ rico: cugghiò, non mi sembra di averti attaccato, o l'ho fatto? pigghialancululustessu, per sicurezza
brà
nono, infatti era solo una citazione
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Passerà finalmente anche il periodo stucchevole di questo bluff chiamato indie e magari come per incanto guarirete dai vostri problemi posturali.
RispondiEliminaStimo molto l'anonimo di prima.
RispondiEliminaaliena
che intendi per indie?
RispondiEliminatone
io pure stimo l'anonimo, proprio in quanto tale
RispondiEliminarico
Brasi mi dispiace ma ,da vegetariana, ho il dovere di assicurarti che quello che hai mangiato NON era prosciutto cotto.
RispondiElimina-ali-
meglio così, ali, ora ho il karma apposto ;-)
RispondiElimina@anonimo: senza toccare i massimi sistemi, anche se ne sarei tentato, credo che la musica migliore di questi tempi venga davvero da quel grosso bidone di indifferenziata che chiamiamo indie. Poi possiamo discutere sul fatto che questi tempi sono sbagliati, ma lì sì, si va sui massimi sistemi. Per quanto riguarda le posture, io zoppico da sempre, ma ogni volta da un piede diverso.
Così parlò Brasithustra
Lo slow-fest piace.
RispondiEliminaSono sicura che se fossi venuta sarei stata con te e il fetentone.
PS: fetente a R. e' perfetto e non so perche' lo associo mentalmente a Gargamella!!!
Millomich