Ero alle superiori e If I Ever Feel Better spopolava nelle aule con il testo taroccato e riscritto come si faceva per la recita delle elemetari con “We are the world”. Ui a de uol-d, ui a de cildren.
Erano i primi anni di Top of the Pops nella tv italiana e me li ricordo i Phoenix, ricordo quel suono così particolare e allo stesso tempo rassicurante. Pop. Un disco quello (“United”) che riascoltai per intero a distanza di anni, riclassificandolo ai primi posti della mia playlist “preferiti”.
Dopo tre album, sono tornati finalmente con questo “Wolfgang Amadeus Phoenix”. Dieci tracce capaci di migliorare le giornate, che grideresti dovunque, picchiando sulle ginocchia tanto da sembrare rincoglionito. Un apoteosi di suoni curati in ogni minimo dettaglio, di melodie appiccicose quanto originali. E freschezza, bellezza, dinamismo ed entusiasmo, quello facile di cui sicuramente sono affetto. Francesi loro, non americani, non australiani, non inglesi, non canadesi. Ma vicini ini di casa. Piccola parentesi che si ricollega a quel capitolo sull’inferiorità musicale di cui siamo affetti. Chiusa parentesi.
Figli di quella che chiamano la French Touch, i Phoenix hanno saputo integrare le sonorità sintetiche dei primi Daft Punk con certe armonie capaci di mettere d’accordo i clubber più convinti e gli indie-rocker meno clubber. E guarda guarda, chi ci ha messo lo zampino? Philippe Zdar del duo dance Cassius.
A giudicare dalla copertina l'esplosione è assicurata e Lisztomania è la vera bomba, un pericolo per i vostri timpani.
Poi c’è chi dice che sono “commerciali” e per questo non se li fila. Gli stessi che ci dicono che siamo snob. Metterà d’accordo anche noi?
Tone
Erano i primi anni di Top of the Pops nella tv italiana e me li ricordo i Phoenix, ricordo quel suono così particolare e allo stesso tempo rassicurante. Pop. Un disco quello (“United”) che riascoltai per intero a distanza di anni, riclassificandolo ai primi posti della mia playlist “preferiti”.
Dopo tre album, sono tornati finalmente con questo “Wolfgang Amadeus Phoenix”. Dieci tracce capaci di migliorare le giornate, che grideresti dovunque, picchiando sulle ginocchia tanto da sembrare rincoglionito. Un apoteosi di suoni curati in ogni minimo dettaglio, di melodie appiccicose quanto originali. E freschezza, bellezza, dinamismo ed entusiasmo, quello facile di cui sicuramente sono affetto. Francesi loro, non americani, non australiani, non inglesi, non canadesi. Ma vicini ini di casa. Piccola parentesi che si ricollega a quel capitolo sull’inferiorità musicale di cui siamo affetti. Chiusa parentesi.
Figli di quella che chiamano la French Touch, i Phoenix hanno saputo integrare le sonorità sintetiche dei primi Daft Punk con certe armonie capaci di mettere d’accordo i clubber più convinti e gli indie-rocker meno clubber. E guarda guarda, chi ci ha messo lo zampino? Philippe Zdar del duo dance Cassius.
A giudicare dalla copertina l'esplosione è assicurata e Lisztomania è la vera bomba, un pericolo per i vostri timpani.
Poi c’è chi dice che sono “commerciali” e per questo non se li fila. Gli stessi che ci dicono che siamo snob. Metterà d’accordo anche noi?
Tone
Lisztomania ti lascia sulle ginocchia!
RispondiEliminaE' un piacere guardarsi in giro per vedere la reazione della gente quando viene suonata in pista =)
merito tuo se l'ho scoperta!
RispondiEliminatone