Questo pezzo è in qualche modo gemello del precedente, per argomento, vicinanza di date e luoghi e per la premessa iniziale. Cominciamo da quest'ultima. Se Cortàzar diceva che dai quarant'anni in poi l'uomo guarda al mondo con l'occhio sulla nuca, quello tutto rivolto al passato, a trent'anni le esperienze fatte cominciano già a condizionare le nostre scelte future. Detta in soldoni, mi chiedo fino a che punto la musica degli ultimi quindici anni abbia costruito i miei gusti. Il baratro che mi si apre davanti è quello della musica del futuro: riuscirò a capirla o sarò troppo influenzato dagli ascolti della mia giovinezza? Chiedo scusa per la mega sega mentale.
Sono arrivato al concerto che dei Fuck Buttons non sapevo granchè, ne avevo sentito parlare, avevo ascoltato velocemente il disco (e mi era piaciuto) ma nient'altro. Avevo immaginato che, trattandosi di musica elettronica, avrebbero fatto un live set con sintetizzatori e macchine e su questo ci ho preso. Avevo anche immaginato che, dato il tipo di locale, la gente non avrebbe ballato - male! - e anche su questo ci ho preso. Non avevo calcolato due elementi: da una parte la massiccia presenza di gente con i capelli lunghi e le borchie e dall'altra la forte carica emozionale dei pezzi fatti dal vivo. Il primo punto lo spiega la struttura dei pezzi dei Fuck Buttons, piena di drones di chitarra e di crescendo che rimandano a quelle sonorità post-rock care a gruppi come godspeed you! black emperor e mogwai - la mia giovinezza musicale; il secondo punto si spiega con le semplici e vibranti melodie che si incastravano sui pattern di batteria elettronica e sprigionavano un calore alieno nella sala. Si direbbe che passato e futuro fossero in perfetto equilibrio.
brasi
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