E’ inutile negarlo, dietro l’indie di ultima generazione si annida ormai un pregiudizio che non riesco a scrollarmi di dosso. Sarà una conseguenza del declino dei magazine cartacei, ma nell’informazione musicale via web io ci vedo forme di promozione che puntano sul principio secondo cui ciò che è sconosciuto potrebbe comunque nascondere un talento ovvero essere fatto passare per fenomeno di nicchia per pochi eletti ovvero far sentire quei quattro sfigati che ne sono venuti a conoscenza importanti ovvero esplodere mentre quei quattro sfigati sono diventati migliaia ovvero essere usato per far credere a quegli sfigati ora diventati milioni che qualcuno ci aveva visto giusto prima di qualcun altro. Ma alla fine quello che era uno sconosciuto ora lo conoscono tutti e nella massa ci si sente meno importanti. Così nel giro di un mese si va in cerca di qualche altro emerito “nessuno” per rientrare a far parte di un meccanismo che dia un senso sociale alle nostre vite e quei poveretti che da sconosciuti in breve tempo avevano conosciuto la notorietà finiscono per perderla altrettanto velocemente.
Ecco spiegato l’ “effetto Jalisse”, il fenomeno dell’evanescenza.
Però sarebbe ancor più inutile non ammetterlo: gli XX visti dal vivo hanno abbattuto il pregiudizio. Con i loro vent’anni e quel disco dall’atmosfera così glaciale, quei suoni e quella voce che ti sembra di aver già sentito in tante cose anche se in nessuna in particolare, e l’abbigliamento che richiama vagamente la zona 167 del mio paese, nonostante tutto questo, i ragazzotti in questione meritano il download immediato. Basta ascoltare il disco per capire che dal live non c’era certo da aspettarsi grandi slanci esibizionistici ed infatti così è stato. Perciò non mi dilungo in discorsi superflui. Dico solo che il Covo di Bologna era sold out e fuori c’era una fila di fighetti incazzata. Scommetto che hanno già fatto spazio sull’hard disk.
Tone
Ecco spiegato l’ “effetto Jalisse”, il fenomeno dell’evanescenza.
Però sarebbe ancor più inutile non ammetterlo: gli XX visti dal vivo hanno abbattuto il pregiudizio. Con i loro vent’anni e quel disco dall’atmosfera così glaciale, quei suoni e quella voce che ti sembra di aver già sentito in tante cose anche se in nessuna in particolare, e l’abbigliamento che richiama vagamente la zona 167 del mio paese, nonostante tutto questo, i ragazzotti in questione meritano il download immediato. Basta ascoltare il disco per capire che dal live non c’era certo da aspettarsi grandi slanci esibizionistici ed infatti così è stato. Perciò non mi dilungo in discorsi superflui. Dico solo che il Covo di Bologna era sold out e fuori c’era una fila di fighetti incazzata. Scommetto che hanno già fatto spazio sull’hard disk.
Tone
Non li ho visti dal vivo e quindi non so se darti torto o ragione ma il disco non sono riuscito proprio ad ascoltarlo. non m'ha detto proprio nulla.
RispondiEliminaio un pochino su myspc, idem. rico
RispondiEliminaIl disco liscio come l'acqua. Non sa di nulla.
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