Shit music for shit people non è il sottotitolo di un Festivalbar qualsiasi, ma è il nome di una bellissima etichetta romana che ha il pregio curioso di stampare solo su cassetta o 7 pollici. Per ora la label ha all'attivo due band: i Capputtini 'i Lignu, duo garage capitolino, e gli americani Jonesin', coppia squisitamente indie lo-fi. La mente non può che tornarci agli anni delle compilation su nastro, quando in macchina campeggiava solo uno stereo pre-industriale e i masterizzatori erano ancora una aggeggio futuristico. Rico riusciva anche a sbizzarrirsi disegnando le copertine. Io invece realizzavo orrendi graffi di gallina. Usavamo le cassette per cuccare, ma nessuna ragazzina in paese era così sensibile e noi fondamentalmente passavamo per degli sfigati.
Tommaso e Ângela, questi i nomi dei nostri simpatici avventurieri, con la loro operazione nostalgia ci hanno spinti a ricordare e per questo abbiamo pensato di fargli qualche domanda.
Tommaso e Ângela, questi i nomi dei nostri simpatici avventurieri, con la loro operazione nostalgia ci hanno spinti a ricordare e per questo abbiamo pensato di fargli qualche domanda.
Com’è nata l’idea di stampare solo su cassetta o 7 pollici?
L ‘idea è nata dal desiderio di promuovere/fare conoscere musica/band/artisti attraverso una forma originale, distinta, e allo stesso tempo che potessimo farlo creando degli oggetti semplicemente belli, accattivanti, che destassero interesse. Abbiamo scelto il vinile e la cassetta per cercare di trasmettere la sensazione di un qualcosa di meno massificato, più umano. E anche perché sono degli oggetti che consideriamo affascinanti, “di culto”; oggi tra l’altro é molto facile copiare/scaricare un album. In realtà, semplificando, siamo schiavi della nostra infanzia che è fatta di compilation su cassette, e vinili dei genitori e dei nonni. Proprio per questo motivo amiamo fortemente questo tipo di supporti. Abbasso il cidì!
Potrebbe sembrare che siete dei passatisti irrecuperabili e invece date la possibilità a chi compra le vostre cassette (stavo per dire “dischi”, non credevo potesse suonare così strana e lontana la frase “comprare le cassette”) di ricevere anche gli mp3. Perché?
Perché crediamo che sia importante andare al passo coi tempi, e conoscere le modalità con cui oggi la musica viene fruita. Noi stessi quando compriamo un vinile peniamo per non poterlo ascoltare anche nel lettore mp3. Avere dei supporti fissi, come la cassetta o il vinile, è straimportante, ma perché limitarsi? In questo modo chiunque può portarsi la musica dovunque nel proprio lettore mp3. É il valore aggiunto delle nostre pubblicazioni: paghi 5 euro e hai il disco nel formato digitale e su quello fisso. Ce n'é per tutti i gusti.
Vorrei poi precisare che esistono tantissime etichette che pubblicano solo in cassetta, noi in Italia per esempio abbiamo la fighissima Best Kept Secret o la NO=FI di Roma, anche questa super.
Appena ho letto di voi mi è subito venuto in mente Doctor Sound. Ce lo avete già?
Ahahah. Io conosco sta cosa, ma mi fa paura! Magari è anche utilissima, ma non siamo così tecnologici (ci piace sudare per le nostre uscite) e in più non acquisteremmo nulla che venga da uno dei canali di quello psiconano. Ângela, che è brasiliana, penso che neanche sappia che sia sto marchingegno.
Sappiamo bene quanto sia difficile in Italia portare avanti una piccola label e che spesso la passione, ahinoi, non paga. Non voglio fare lo iettatore e capisco se ora la mano vi corre ai genitali, ma il recente fallimento di MyHoney potrebbero scoraggiare chi d’ora in avanti volesse intraprendere un’attività del genere. Qual è il vostro antidoto a questa crisi permanente?
Siamo convinti che la gente che compra musica sia ancora tanta, ma tutto è collegato a una serie di fattori. A come una cosa viene proposta (e questo sarà anche una tristezza dirlo), scoprire qualcosa che valga veramente la pena di pubblicare. Cerchiamo di proporre non solo un buon disco, o cassetta che sia, ma un oggetto da collezionare, questo grazie anche a bellissime illustrazioni di artisti che selezioniamo in base alla musica che devono interpretare e con cui ci esalta collaborare. L’antidoto comunque è lavorare ogni giorno per aggiungere un mattone al muro, sperando che il ritorno economico sia sufficiente per coprire la spesa. Chiunque può aprire un’etichetta e pubblicare i suoi dischi, infatti ne esistono tantissime che considerano la cosa come un hobby a tempo perso, che può essere anche redditizio a volte. Poi però bisogna stare a vedere i contenuti.
Come avete conosciuto i Jonesin’ e quando ce li portate in Italia?
I Jonesin’ li abbiamo conosciuti quest’anno ad aprile sul myspace, ci sono piaciuti subito e non abbiamo potuto fare a meno di pensare alla pubblicazione del loro album su cassetta. Loro, dopo il tour nazionale che hanno affrontato a settembre, andranno in Giappone per qualche data e saranno in Europa nella primavera del 2010. Ovviamente passeranno anche dalle nostre parti. Non vediamo l’ora!.
Ho vissuto a Roma quattro anni, male. Ma la cosa che più mi affascinava della città erano le sue contraddizioni e i suoi contrasti netti. Mi sono sempre chiesto come mai in un posto così particolare e grande ci fossero così poche band degne di nota, quantomeno in ambito underground. Conosciamo bene le Motorama e gli Intellectuals e grazie a voi abbiamo scoperto anche i Capputtini ‘i Lignu. A parte questo bel movimento garage, c’è qualcos’altro che ci sfugge o cosa?
Roma è stracolma di buone formazioni e label, ma, come capita oggi in quasi tutta Italia, i posti dove esibirsi sono pochissimi e il pubblico scarsissimo. A noi è capitato non poche volte di assistere a concerti fighissimi in dieci o al massimo venti. E questo sinceramente lo troviamo ridicolo. Ma L’Italia è una nazione allo scatafascio per quanto riguarda la cultura, e dunque anche la buona musica.
Sinceramente, invece, che voci girano sul Salento da quelle parti, eccetto pizzica e tamburelli?
Io (Tommaso) per esempio ho appena recensito un grande disco, l’ultimo dei Microwave With Marge che uscirà per Valvolare rec, formazione di Taranto che abbiamo avuto il piacere di conoscere al Here I Stay Festival, un festival che consigliamo a tutti per l’organizzazione e il posto in cui avviene che sono entrambi incredibili. Tornando alla domanda pensiamo che, parlando del panorama musicale indipendente, l’Italia in questo momento non abbia rivali in Europa, quindi anche nel Salento, tralasciando pizzica e tamburelli, esistono ottime formazioni che emergono e poi si fanno conoscere fuori dai propri confini regionali.
Che cassette (dischi?) ascoltate ultimamente?
Tommaso: Sono un mese che non tolgo il disco dei The Strange Boys e da pochissimo ho comprato lp di Ty Segall che sto riducendo ad una sottiletta.
Ângela: Grizzly Bear, The Strange Boys, e l’ultimo album di Legendary Tiger Man
Grazie ragazzi, speriamo di vedervi col banchetto ad uno dei nostri eventi, magari l’estate prossima.
Ciao, grazie mille a te!
L ‘idea è nata dal desiderio di promuovere/fare conoscere musica/band/artisti attraverso una forma originale, distinta, e allo stesso tempo che potessimo farlo creando degli oggetti semplicemente belli, accattivanti, che destassero interesse. Abbiamo scelto il vinile e la cassetta per cercare di trasmettere la sensazione di un qualcosa di meno massificato, più umano. E anche perché sono degli oggetti che consideriamo affascinanti, “di culto”; oggi tra l’altro é molto facile copiare/scaricare un album. In realtà, semplificando, siamo schiavi della nostra infanzia che è fatta di compilation su cassette, e vinili dei genitori e dei nonni. Proprio per questo motivo amiamo fortemente questo tipo di supporti. Abbasso il cidì!
Potrebbe sembrare che siete dei passatisti irrecuperabili e invece date la possibilità a chi compra le vostre cassette (stavo per dire “dischi”, non credevo potesse suonare così strana e lontana la frase “comprare le cassette”) di ricevere anche gli mp3. Perché?
Perché crediamo che sia importante andare al passo coi tempi, e conoscere le modalità con cui oggi la musica viene fruita. Noi stessi quando compriamo un vinile peniamo per non poterlo ascoltare anche nel lettore mp3. Avere dei supporti fissi, come la cassetta o il vinile, è straimportante, ma perché limitarsi? In questo modo chiunque può portarsi la musica dovunque nel proprio lettore mp3. É il valore aggiunto delle nostre pubblicazioni: paghi 5 euro e hai il disco nel formato digitale e su quello fisso. Ce n'é per tutti i gusti.
Vorrei poi precisare che esistono tantissime etichette che pubblicano solo in cassetta, noi in Italia per esempio abbiamo la fighissima Best Kept Secret o la NO=FI di Roma, anche questa super.
Appena ho letto di voi mi è subito venuto in mente Doctor Sound. Ce lo avete già?
Ahahah. Io conosco sta cosa, ma mi fa paura! Magari è anche utilissima, ma non siamo così tecnologici (ci piace sudare per le nostre uscite) e in più non acquisteremmo nulla che venga da uno dei canali di quello psiconano. Ângela, che è brasiliana, penso che neanche sappia che sia sto marchingegno.
Sappiamo bene quanto sia difficile in Italia portare avanti una piccola label e che spesso la passione, ahinoi, non paga. Non voglio fare lo iettatore e capisco se ora la mano vi corre ai genitali, ma il recente fallimento di MyHoney potrebbero scoraggiare chi d’ora in avanti volesse intraprendere un’attività del genere. Qual è il vostro antidoto a questa crisi permanente?
Siamo convinti che la gente che compra musica sia ancora tanta, ma tutto è collegato a una serie di fattori. A come una cosa viene proposta (e questo sarà anche una tristezza dirlo), scoprire qualcosa che valga veramente la pena di pubblicare. Cerchiamo di proporre non solo un buon disco, o cassetta che sia, ma un oggetto da collezionare, questo grazie anche a bellissime illustrazioni di artisti che selezioniamo in base alla musica che devono interpretare e con cui ci esalta collaborare. L’antidoto comunque è lavorare ogni giorno per aggiungere un mattone al muro, sperando che il ritorno economico sia sufficiente per coprire la spesa. Chiunque può aprire un’etichetta e pubblicare i suoi dischi, infatti ne esistono tantissime che considerano la cosa come un hobby a tempo perso, che può essere anche redditizio a volte. Poi però bisogna stare a vedere i contenuti.
Come avete conosciuto i Jonesin’ e quando ce li portate in Italia?
I Jonesin’ li abbiamo conosciuti quest’anno ad aprile sul myspace, ci sono piaciuti subito e non abbiamo potuto fare a meno di pensare alla pubblicazione del loro album su cassetta. Loro, dopo il tour nazionale che hanno affrontato a settembre, andranno in Giappone per qualche data e saranno in Europa nella primavera del 2010. Ovviamente passeranno anche dalle nostre parti. Non vediamo l’ora!.
Ho vissuto a Roma quattro anni, male. Ma la cosa che più mi affascinava della città erano le sue contraddizioni e i suoi contrasti netti. Mi sono sempre chiesto come mai in un posto così particolare e grande ci fossero così poche band degne di nota, quantomeno in ambito underground. Conosciamo bene le Motorama e gli Intellectuals e grazie a voi abbiamo scoperto anche i Capputtini ‘i Lignu. A parte questo bel movimento garage, c’è qualcos’altro che ci sfugge o cosa?
Roma è stracolma di buone formazioni e label, ma, come capita oggi in quasi tutta Italia, i posti dove esibirsi sono pochissimi e il pubblico scarsissimo. A noi è capitato non poche volte di assistere a concerti fighissimi in dieci o al massimo venti. E questo sinceramente lo troviamo ridicolo. Ma L’Italia è una nazione allo scatafascio per quanto riguarda la cultura, e dunque anche la buona musica.
Sinceramente, invece, che voci girano sul Salento da quelle parti, eccetto pizzica e tamburelli?
Io (Tommaso) per esempio ho appena recensito un grande disco, l’ultimo dei Microwave With Marge che uscirà per Valvolare rec, formazione di Taranto che abbiamo avuto il piacere di conoscere al Here I Stay Festival, un festival che consigliamo a tutti per l’organizzazione e il posto in cui avviene che sono entrambi incredibili. Tornando alla domanda pensiamo che, parlando del panorama musicale indipendente, l’Italia in questo momento non abbia rivali in Europa, quindi anche nel Salento, tralasciando pizzica e tamburelli, esistono ottime formazioni che emergono e poi si fanno conoscere fuori dai propri confini regionali.
Che cassette (dischi?) ascoltate ultimamente?
Tommaso: Sono un mese che non tolgo il disco dei The Strange Boys e da pochissimo ho comprato lp di Ty Segall che sto riducendo ad una sottiletta.
Ângela: Grizzly Bear, The Strange Boys, e l’ultimo album di Legendary Tiger Man
Grazie ragazzi, speriamo di vedervi col banchetto ad uno dei nostri eventi, magari l’estate prossima.
Ciao, grazie mille a te!
Tone
bella storia!
RispondiEliminabrà