Una nota da aggiungere al discorso su Rumore di due post fa.
Esce il disco di Kings of Convenience delizioso come al solito, ritorno graditissimo per i fan bla bla... Per disgrazia esce quasi contemporaneamente il disco di quelli che passano come i Kings of Convenience nostrani, ma sempre della serie, come disse qualcuno, "Ikea e Scavolini". Si chiamano Marcilo Agro. Rossano Lo Mele - bravissimo giornalista di Rumore - ha la brillante e originalissima idea di mettere insieme le due cose, come fosse un atto dovuto.
Due pagine a testa: due per Eirik e Erlend e due per i "nostri" menestrelli. Dico, ma si può? 8 al disco dei KoC e 8 ai Marcilo. 8 a 8, pari. Ripeto, MA SI PUO'?? Confrontate voi stessi con i video qui sotto. E santo sia youtube.
Poi leggi le interviste: Kings of Convenience, Rossano dà il meglio, il pezzo è fico, interessante te lo bevi d'un sorso; Marcilo Agro invece parlano della loro emozione nel sentire le proprie voci su Radio Deejay (poveri ragazzi, non ce l'ho con voi!).
Siamo alle solite, i favori agli amici pure nell'indie. Ma ci rendiamo conto?!!! Guarda un po', di dove sono i Marcilo? Novara. Qual è il polo musicale più vicino a Novara? Torino. E di dove sono Lo Mele che fa l'intervista e Alberto Campo che recensisce? Di Torino. Ahh bene.
8 anche ai torinesi Zen circus, tra l'altro, autori di questo album che si chiama Andate Tutti Affanculo. Bhà.
Voglio ricordare solo che Girl with the Gun è stato recensito da un altro torinese, Andrea Pomini, bravo anche lui, ma mi sa che a Torino stanno perdendo la bussola. Gli ha messo 6, e 5 a Fitness Forever.
Non vorrei passare per quello attaccato ai voti, ma ragazzi, datevi una regolata.
rico
ps: Girl with the Gun giovedì 8 al Molly Malone a Lecce.
Esce il disco di Kings of Convenience delizioso come al solito, ritorno graditissimo per i fan bla bla... Per disgrazia esce quasi contemporaneamente il disco di quelli che passano come i Kings of Convenience nostrani, ma sempre della serie, come disse qualcuno, "Ikea e Scavolini". Si chiamano Marcilo Agro. Rossano Lo Mele - bravissimo giornalista di Rumore - ha la brillante e originalissima idea di mettere insieme le due cose, come fosse un atto dovuto.
Due pagine a testa: due per Eirik e Erlend e due per i "nostri" menestrelli. Dico, ma si può? 8 al disco dei KoC e 8 ai Marcilo. 8 a 8, pari. Ripeto, MA SI PUO'?? Confrontate voi stessi con i video qui sotto. E santo sia youtube.
Poi leggi le interviste: Kings of Convenience, Rossano dà il meglio, il pezzo è fico, interessante te lo bevi d'un sorso; Marcilo Agro invece parlano della loro emozione nel sentire le proprie voci su Radio Deejay (poveri ragazzi, non ce l'ho con voi!).
Siamo alle solite, i favori agli amici pure nell'indie. Ma ci rendiamo conto?!!! Guarda un po', di dove sono i Marcilo? Novara. Qual è il polo musicale più vicino a Novara? Torino. E di dove sono Lo Mele che fa l'intervista e Alberto Campo che recensisce? Di Torino. Ahh bene.
8 anche ai torinesi Zen circus, tra l'altro, autori di questo album che si chiama Andate Tutti Affanculo. Bhà.
Voglio ricordare solo che Girl with the Gun è stato recensito da un altro torinese, Andrea Pomini, bravo anche lui, ma mi sa che a Torino stanno perdendo la bussola. Gli ha messo 6, e 5 a Fitness Forever.
Non vorrei passare per quello attaccato ai voti, ma ragazzi, datevi una regolata.
rico
ps: Girl with the Gun giovedì 8 al Molly Malone a Lecce.
a proposito di bussola: zen circus di pisa, non di torino. polo musicale più vicino a novara è milano, molto più di torino.
RispondiEliminaE i voti alti non vanno bene, e quelli bassi nemmeno. Boh.
voi salentini non avete senso dell'umorismo
RispondiEliminaA. P.
Mi scuso per gli errori geografici. Ma credo che la sostanza sia corretta.
RispondiEliminarico
io non voglio essere cattiva ma sincera... sti marcilo fanno proprio cacare, io ormai mi vergogno della musica italiana!
RispondiEliminamaTanza
Va bene, Andrea, forse c'è dell'ironia criptata che non colgo, ma i voti sono numeri, non hanno doppio senso in genere. r
RispondiEliminacmq la firma è sbagliata, non A. P., ma P.A., della premiata ditta di Intimo
RispondiEliminammm allora ritiro il commento dell'ironia criptata. Brasi!!!
RispondiEliminad'accordissimo con la sostanza
RispondiEliminatone
rico, c'è un altro errore:
RispondiEliminagirl with the gun venerdì 9 al molly malone di lecce...tu sì che sei un uomo di sostanza!
tone
Ok, giù la maschera... visto che il discorso è serio facciamo i seri. Mi sembra di aver già detto come la penso in un'altra occasione, ma ribadisco:
RispondiEliminail giornalismo musicale italiano è sicuramente inquinato da familismo e provincialismo. Lo dimostra il fatto che i gruppi che le riviste sponsorizzano non hanno alcun riscontro all'estero (fatta eccezione per pochi). Ora io penso al pischelletto ai primi ascolti, come lo vogliamo educare? Vogliamo davvero offrirgli come modello i gruppi del "Paese Reale" o forse gli possiamo offrire la possibilità di guardare più lontano? Non sarebbe il caso che i buoni segugi di Rumore facessero una rubrica in cui recensire il genere "musica italiana", e lì magari profondersi in elogi e quant'altro, piuttosto che tentare improbabili paragoni tra ciò di cui importa solo al Bel Paese e quello che invece si muove fuori di qui?
Brasi brasi
Rumore è un giornale allo sfascio, hanno perso la bussola in tutto o quasi...
RispondiEliminaSulla questione voti, li trovo qualcosa di inutile e fuorviante, andrebbero vietati per legge: è impossibile applicare un paramentro univoco di votazione per tutti i dischi che escono, italiani ed esteri, esordienti ed affermati, indiescemi e folk and roll e quant'altro.. i voti sono ingannevoli e controproducenti, oltre che soggettivi, non sempre dati in buona fede e spesso non coerenti con quanto leggi nel pezzo.
Concordo pienamente su quanto scrve Brasi: "il giornalismo musicale italiano è sicuramente inquinato da familismo e provincialismo". Ogni giornalista (e quindi per riflesso ogni rivista) ha la sua combriccola di gruppetti amici di cui si mistificano anche i peti.
Cordialità.
Non capisco di cosa vi lamentate. Siete (chi più chi meno) nei "giri", anche se salentini dunque lontani dai poli "giusti". Dico solo che dovreste conoscere i giornalisti italiani, talvolta anche personalmente: il cliché dei musicisti (o pseudo artisti) frustrati gli si cuce addosso alla perfezione. Nessuna sopresa / nessuna novità.
RispondiEliminaP*
A gli Zen Circus -che sono di Pisa non di Torino- dovevano dare 10 altro che. Ma l'hai sentito il disco o parli a vanvera? Si è sbagliato anche il mucchio allora a dargli la copertina a settembre? Marcilo etc. non mi fanno impazzire ma chi se ne frega insomma! Se ti vergogni della musica italiana vai all'estero e rimani là ok?
RispondiEliminaSbocco! Adesso c'è gente che si difende pure gli Zen Circus... mmmhà...
RispondiEliminaDimenticavo di dire: suggerisco anch'io all'utente che si è firmato matanza di trasferirsi all'estero. Tanto anche se fai cagare come musicista qualcosa succederà, proprio come ad uno dei disco drive che se n'è andato in inghilterra e ora è imbazzato con gente seria serissima (di cui non faccio nomi e cognomi). Non è forse questa la conferma che a volte conta più la localizzazione geografica che il talento?
RispondiEliminaNon solo c'è gente che li difende, c'è gente che gli compra i dischi e che riempie i locali dove suonano. E gente che ha ispirato dai Radiohead ai Nirvana che collabora con loro. Se si fosse parlato di gusti non avrei detto beh, ci sono un sacco di persone che non li sopportano, ma se mi dici che son cagati in quanto torinesi -che non è vero- e che sono pari ai marcilo agro allora mi incazzo, capisci cosa intendo?
RispondiEliminaLeggetevi la biografia degli zen prima di parlare a caso del loro ultimo disco...
RispondiEliminaBeh io almeno mi firmo...
RispondiEliminaComunque, non mi trasferisco all'estero perchè mi piace vivere dove sono e in secondo luogo sono dell'opinione che "scappare" non serve a nulla, vivo nella speranza che prima o poi le cose cambieranno anche grazie alle persone che hanno deciso di rimanere anzichè andarsene.
Detto questo, i giornalisti possono recensire un disco come meglio credono, a me sinceramente interessa poco, anche perchè le riviste non le ho mai comprate. Il mio era un parere assolutamente soggettivo e quindi legittimo, se non vi sta bene sono cazzi vostri!!
Per finire se effettivamente vi sembra oggettivo paragonare in una recensione, dando anche lo stesso voto, i kings of convinience con i marcilo (per quanto quest' ultimi possano piacere o essere giudicati un ottimo prodotto musicale ... sono gusti, ovviamente) beh allora potete buttare nella spazzatura le vostre orecchie, perchè stanno facendo veramente cilecca
maTanza
Allora, rispondo a questi coraggiosi anonimi e li ricordo che questo è un blog del cazzo: potete dire la vostra, nessuno vi viene a prendere da casa!!!
RispondiElimina1 Non era mio intento con questo post denigrare nè i poveri Marcilo nè gli Zen Circus, ma solo accusare Rumore di due cose collegate: di un certo familismo amorale, che mi rendo conto essere un po' inevitabile, ma è bene che si diano una regolata; e di una certa tendenza a mettere sullo stesso piano nomi di calibro internazionale con dei musicisti italiani che ahiloro, pure onestamente, ci provano e basta. Io dico, ok l'esterofilia è un male, ma cazzo pure il protezionismo! Come Bob Corn che una volta mi raccontava che i Red Worm's Farm aprono il culo agli Hives (ed era serio eh)
2 Sulla provenienza degli Zen Circus, sine ho sbagliato ho capito sono di Pisa, ma l'errore era dovuto al fatto che in passato hanno inciso per quelli de L'Amico Immaginario, etichetta torinesissima. Ho detto un'enormità?
3 Zen Circus sì li ho ascoltati. Beh? Saranno anche meglio di tante cose italiane (e ahimè anche dei poveri Marcilo), ma mi sembrano sempre parte di quel provincialismo italiano fatto da: un cantato italiano sempre molto discutibile, perchè in effetti cantare in italiano è realmente diffcile; da una scrittura (non i testi eh!) che sta nella media mediocritas; da quell'insopportabile ironia velleitaria fintopunk e tutta italiana che accomuna Afterhours a Baustelle a Zen Circus e ci metto denttro pure il Genio che è n'amico mio (forse da ora non più :S ). ..Le parole difficili per sembrare colti e raffinati, le parolacce per potersi difendere dalle accuse di lirismo e per tenere contenti quegli indie rockers che snobbano il cantautorato; argomenti triviali trattati su arrangiamenti in minore, o pseudosinfonici, tono della voce triste e frivolezze.. Sono giochetti banali e con il banale solo pochi ce la fanno (il vecchio Bugo?).
rico
Sono ripassato, mi presento da Anonimo a Giorgio Salinas, Cagliari. Scusate se semrbravo criticare il forum, anzi, mi piacciono i forum dove si può parlare e contraddirsi! Solo che gli Zen li trovo completamente al di fuori di questo trittico che hai elencato (bastelle, genio, after) anche perchè vengono dal punk quello vero e dischi folk oscuri in periodi in cui NESSUNO faceva questo (visited by the ghost, 1999) Poi le canzoni in italiano possono piacere o no, io le adoro, sono personali, scritte di getto e i testi li trovo varie spanne sopra alla media dei gruppi italiani. Però son gusti, ci mancherebbe, ma non me li accomunare ai marcilo agro perfavore!!!!! :) PS: le parole difficili gli zen circus?? Ma se cantano nella maniera più liscia e dritta che abbia mai sentito? E' il motivo per cui li adoro! Bugo? Bugo spacca, ma di cosa parla? Ogni tanto si perde dai, spesso direi, almeno nelle liriche....
RispondiEliminaPS: non sono l'anonimo che ha scritto a maTanza! Altra cosa che voglevo aggiungere: ma non siete un pò contenti che una band italiana -sempre gli zen, son monotono lo so!- abbia collaborato con Pixies, Talking Heads, Violent Femmes e suonato con Nick Cave e fuck buttons in australia? Citando un post precedente, dite che "ahinoi ci provano e basta" o che ce l'hanno proprio fatta? A giudicare da come gli vanno le cose eh, mica tanto per dire. Poi ripeto, de gustibus.
RispondiEliminaGiorgio
ciao giorgio, intanto grazie per gli interventi, se non ci fossero quelli come te il blog sarebbe davvero moscio... in più aggiungo che, credo di interpretare un po' la linea di chi scrive su questo blog, noi abbiamo una idea non tanto positiva della lingua italiana in musica (e pensa un po', io insegno italiano a scuola), lo spaghetti-rock dal nostro punto di vista non funziona. A questa regola ovviamente si possono trovare eccezioni. Scendendo più nel personale, io credo che se le riviste specializzate fossero meno "leggere" nel dare certi voti e se l'indie italiano che canta in inglese raggiungesse dei buoni livelli (perchè scandinavi, tedeschi, francesi ce la fanno ad esprimere una qualità molto alta?) sarei anche un po' meno ostile nei confronti della "musica italiana"
RispondiEliminabrasi odelay
questo brasi è sempre misurato/oculato/pacato... in altre parole, giusto! sono daccordo con te!
RispondiEliminaio sono quello che crede che oggi come oggi la migliore rock band sia francese!!!
un pò come quando il tizio dei roots diceva: "il mondo al contrario: il miglior golfista è nero ed il miglior rapper, bianco"
era black thought no?
bho...
cmq, ritornando al nostro caro discorso: anche gli afterhours potrebbero dire di sentirsi realizzati e arrivati. hanno suonato con dei tipi grossi, hanno fatto (e purtroppo per gli americani, fanno) tour negli states... ma vedi giorgio, il punto non questo. il punto è: fanno CACARE! così come tanta altra merda italiana. FANNO CACARE! fatevi un paio di orecchie nuove. e non un paio di wesc da 100 euro: delle orecchie vere!!
e non venitemi a dire che la musica (così come l'arte) è una cosa soggettiva!!! NOOOOO! la musica è OGGETTIVA! punto! se una cosa è brutta è brutta. poi, a te può anche piacere, ma sempre brutta rimane.
Rosita
Rosita sei sempre molto cara, non posso che ricambiare i complimenti e pensare ai bei tempi quando si andava insieme per i campi (da tennis! :-D)
RispondiEliminabrà