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mercoledì 27 luglio 2011

Odelay n.2 - TUTTIFRUTTITUTTI

Con l'estate allo zenit è normale che la vita rallenti. D'altro canto, se è vero che abbiamo un po' trascurato il blog - ma chi è che ha piacere a a stare davanti al pc con questo caldo? - è pur vero che noi odelyani non siamo stati con le mani in mano. Oltre ai Giovedì Infausti al Baghdad Cafè di Aradeo, domani l'ultimo con il sound system di Cleopatra, e l'imminente festa al boschetto di Lizzanello, presto i dettagli, ci siamo sfiziati a confezionare la seconda compilation di quella che si spera sarà una lunga serie. Stavolta abbiamo selezionato il meglio dell'indie-rock salentino, ovviamente secondo noi, chi segue il blog conosce i nostri gusti, non ce ne vogliano gli esclusi. La succulenta cover è opera della talentuosa Giulia Guerra, che aveva già curato le grafiche della prima compila, quella pop. Il cd lo potete trovare nelle nostre serate a prezzi simili a quelli delle angurie in questa stagione.

Buon ascolto e continuate a seguirci anche su facebook per aggiornamenti sugli eventi.




Odelay n.2 TUTTIFRUTTITUTTI by Odelaymusic

mercoledì 26 gennaio 2011

Verdena 2011. Aspetta prima di dire Wow.


Questo bloggo si è preso una pausa come si può vedere… Ma è anche il periodo, c’è gelo: discografico, meteorologico, e psicologico.

I Verdena con il loro ultimo Wow (Universal) però svegliano la voglia di dire qualcosa, perché in un modo o nell’altro sono un caso nazionale. Premetto che è (per me) impossibile dare un giudizio sintetico su questo bestione di disco, lungo, doppio, ambizioso. No perché qui, esplorando tra blog e zine, già vedo in giro apologie sfrenate. Grazie al cazzo, facile fare le lodi sperticate di un gruppo già di buona reputazione che si mette a fare le cose difficili – tanto poi quand’anche arrivi qualcuno a smerdare quella recensione essa sarà già andata in prescrizione, ma il consenso dei lettori/fan messo comunque nella saccoccia del recensore.
Ciò detto, non vorrei rifilarvi l’ennesima recensione, googlate. Mi limito ad alcune considerazioni: i Verdena li conoscete e grosso modo sapete cosa li ispira (Motorspycho, Nirvana, ecc.); stavolta hanno veramente sudato sul questa loro opera; la ricerca si sente e i risultati di stile ci sono. Ci sono in termini di maturità del suono – suona proprio bene, merda! - del mix, degli arrangiamenti, vedi quei piani vibranti… Pur infischiandosi delle mode riescono a loro modo ad essere attuali, mischiando le vecchie vecchissime influenze nineties a certo suono contemporaneo, (QOTSA? Jennifer Gentle? ..in Castelli Per Aria addirittura mi ricordano i Grizzly Bear, oohhh). Ci sono diversi momenti belli (Scegli me, Miglioramento, Castelli per Aria, Nuova Luce, Rossella Roll Over) ma forse mai bellissimi. Spero che un ascolto più approfondito mi smentisca su questo.
Ora invece esprimo il mio timore: che cioè quell’ accidenti di italiano continui a non calzare bene sul rock, che Alberto – o chi per lui – non sia un grande paroliere e che se avessero optato per l’inglese sarebbe filato tutto meglio (ma, giustamente, non sarebbero stati i Verdena).
L'ultima considerazione è che i Verdena sono dei bravi ragazzi che credono nella musica e nessuno si sogni di accostarli a gente come i Negroamaro (che sanno anche scrivere e suonare, ma sono
irrimediabilmente tamarri, i Verdena invece no).
Comunque molto bravi e consigliamo il loro concerto a Modugno (Bari) al New Demodè.
Vi lascio con questo video in odore di Animal Collective, de noantri però.

rico

giovedì 2 dicembre 2010

Diverting Duo live a casa di Brasi e Tone - i video di Nadine


Ecco i primi due doni natalizi di Odelay ai suoi fedelissimi: i video del live di Nadine sulla terrazza di Rosita, la nostra vicina (risale a settembre), e l'invito al concerto dei Diverting Duo che suoneranno sul mio lettone mercoledì prossimo. I Diverting Duo, Sara e Gianmarco, li abbiamo conosciuti circa un anno fa, quando loro, sardi, si trovavano a suonare a Bologna col loro tour continentale. Per vari motivi non riuscimmo a farli suonare, allora, ci accontentammo dell'intervista telefonica, ma questa volta non dovrebbero farla franca. Li ringraziamo in anticipo per essersi ricordati di noi.

Intanto beccatevi gli estratti dall'esibizione di Nadine Khouri, c'è poca luce, lo so, ma se foste stati lì vi basterebbe questo bagliore per ricordare quella serata magica.

Brasi







mercoledì 1 dicembre 2010

Non dite che non ve l'avevo detto: David Lynch

Non so quanti di voi ne fossero già a conoscenza: David Lynch ha pubblicato due pezzi e non si tratta di estratti dal suo ultimo film, ma di brani musicali - girano già sul tubo. Oggi, ascoltando la radio in macchina, ad un certo punto la tipa con la vocina impostata ha detto che "il regista, i cui film non ho capito, ma mi sono rimasti dentro" ha registrato questa Good day, today, "un pezzo stranamente gioioso". Meno male che non ha detto che è "solare".

Brà

lunedì 8 novembre 2010

Un libro ogni tanto: Diari della bicicletta

Se molti perdono l'equilibrio una volta raggiunta la mezza età, si può proprio dire che David Byrne se la cava molto bene, in bici e anche senza bici. Non aspettatevi letteratura di viaggio, non nel senso convenzionale dell'espressione da questo testo. Vi troverete piuttosto considerazioni assennatissime sugli spazi urbani, sul modo di rivederli e riprogettarli perchè diventino più funzionali e meno congestionati, proprio grazie all'abbandono delle auto in favore delle biciclette. Niente critiche bacchettone, solo una visione più lungimirante delle città. Ma quello che dapprima stordirà, poi delizierà il lettore sono le miriadi di digressioni che l'ex Talking Heads pianterà nel mezzo del racconto di una sbrigativa gitarella con la sua bici pieghevole a downtown, discorsi che hanno a che fare con la musica, con l'arte, con la politica, con la sociologia e con mille altri aspetti dell'umano vivere. A Istanbul c'è un gruppo di amici nei guai con l'establishment locale che li ostacola nell'organizzazione di un rave-party, a Berlino si respira un'aria frizzante per via del fervore culturale di una città risorta dalle sue ceneri, a Sidney si prova stupore e paura a causa delle minacce dell'infame fauna locale, a Buenos Aires si parla al contrario e a New York si vive la normalità di un black out. Solo nel finale c'è qualche consiglio per la manutenzione della bici e la sicurezza del ciclista e in appendice si possono ammirare i progetti di fantasiose rastrelliere disegnate dall'artista. A cui una cosa soltanto non è riuscita: convincere sua figlia ad andare in bici!

brasi

martedì 28 settembre 2010

Bologna calling! Katzuma

Dal lunedì al venerdì vado a vedere quali dischi mi consiglia Pitchfork. Nel fine settimana, se proprio non riesco a resistere, do un'occhiata a Nme, anche se ci capisco poco. Leggo anche le riviste, faranno un po' schifo Rumore e Blow up, ma è sempre un punto di vista in più. Per quanto riguarda l'hip hop c'è Okayplayer che posta ogni giorno tracce audio e video dei miei eroi dalla pelle scura e comunque il lunedì BallerStatus aggiorna la playlist dei singoli più caldi della settimana. Credo che la varietà delle mie fonti faccia anche la ricchezza dei miei ascolti. Non credo di essere troppo "condizionato" da tutte queste informazioni. Cioè, credo di saper ancora decidere con la mia testa. O credevo. Poi, l'altro giorno ho raggiunto il punto di rottura. Quando arriva a casa l'Internazionale, sono abbonato, corro subito a vedere i pallini che assegnano ai dischi recensiti. Accanto a Katzuma c'erano quattro pallini rossi, ma non sui cinque soliti, bensì su sei. Sì un errore di stampa, okay, ma il pallino in più è quello rosso o quello grigio?! Per
un attimo ho sperato che fosse come nei film, che una formica si fosse fermata in quel punto e che adesso si sarebbe mossa lasciandomi respirare. Dopo cinque minuti di vertigine e smarrimento ho letto più giù, "Katzuma, già componente dei Sangue Misto"... strizzatina di occhi. Cazzo, ma è Deda, ChicoMdee, quanto tempo... In coppia con Neffa erano i miei idoli, per un attimo mi lascio andare al ricordo: la mia adolescenza negli anni novanta, i cd a Natale e per il compleanno, che ventimila lire è raro che le vedi tutte insieme, gli ordini collettivi per dividere le spese di spedizione e poi ancora i dischi consigliati ad alta voce, ma prestati a malincuore. Sì, è vero, sono patetico, ma non ditemi che non vi ci ritrovate.
Per quanto riguarda Katzuma, il ragazzone, che è sempre stato al centro della scena bolognese, non reppa più, produce funk stracciaculetti e suona spesso da queste parti. Vorrei andarlo a vedere una volta o l'altra, ma ho paura di provare emozioni troppo forti.

bradi



Da scaricare: Andrew Cedermark

Stavo per scrivervi quattro cazzatelle sulla cultura nera (tutto rimandato di poco, non vi preoccupate), quando ho fatto doppio click sulla cartella di Andrew Cedermark, e poi di nuovo doppio click ed è partita la scaletta del suo album. E così invece di parlarvi di beats e rime vi sto a decantare le delizie di chitarre sporche e atmosfere novantine. Tra l'altro in genere riesco ad apprezzre al primo ascolto solo l'hip hop; e in effetti quando andavano forte i My Bloody Valentine io ascoltavo Tupac. Che volete che vi dica, il tipo dei Titus Andronicus ha tirato fuori un disco che nonostante le spigolosità va giù liscio come un bourbon di ottima annata. Se fossi in un serial americano avrei gli alcolisti anonimi alle calcagna.

Brà


venerdì 9 luglio 2010

Scusate il ritardo: The Raveonettes

Quando uscirono i Neptunes quasi litigai con Populous perchè sostenevo che si trattava di un fenomeno passeggero. E al momento di iscrivermi a facebook mi sono dato un nomignolo del cazzo, convinto che il social network non avrebbe avuto futuro. L'estate scorsa, durante un dj set avevo in mente di mettere un pezzo delle Ronettes ma per l'assonanza del nome ho selezionato i Raveonettes, lanciando un pezzo acidissimo e a me sconosciuto (come mai era nel mio hard disk?) nel corso di una selezione doo-wop. “Che è 'sta mmerda?”, fu l'unica cosa che riuscii a dire. Poi a fine anno i Raveonettes hanno tirato fuori questo disco “In and out of control”, Tone mi ha fatto sentire il primo singolo, Bang, gran pezzo, grandi melodie, l'abbiamo passato in radio, ma non ho approfondito il discorso. La scorsa notte mi sono ritrovato nella fase che precede il sonno con le cuffie del lettore che mi canticchiavano tutte le canzoni di questo disco e allora mi son detto, meglio tardi che mai, ci vuol un post. I Raveonettes, il nome lascia qualche dubbio sull'identità sessuale di uno dei membri, l'altra è una gnocca e i suoi gusti sessuali passano in secondo piano, riprendono un po' la lezione di Jesus and Mary Chains, ma in questo disco la declinano in maniera assolutamente pop e sensuale, a volte il languore diventa malinconia eighties, a volte si potrebbe pensare ai Cardigans dell'era rave. I pezzi sono tutti perfetti, per cui fate vostro questo disco e scusate il ritardo!

P.s.: quest'estate, però, non mancheranno the Raveonettes nelle selezioni di Odelay, sentite che bomba questa "Bang"


Brasi

lunedì 21 giugno 2010

Brasi la blecche! The Roots back to new

Uno dei dischi fondamentali della mia vita è Things fall apart dei Roots. Quando uscì non avevo nemmeno vent'anni e fino a quel momento avevo ascoltato solo hip hop e qualche cantautore italiano. Un giorno al mare mi presentarono questo tipo che faceva discorsi strani, mi parlava di musica elettronica realizzata campionando i rumori prodotti dallo stomaco dei gamberetti e di come la drum'n'bass fosse bella, sì, ma ormai fuori tempo massimo (era solo il 1999 belli!). Gli dissi che mi piaceva il rap e lui mi rispose "Grandi i Roots!" e io che avevo comprato il disco, ma l'avevo ascoltato solo superficialmente replicai "Eh, sì grandi!". Poi arrivò l'autunno, avevamo entrambi finito la scuola e c'era tempo prima che cominciasse l'università. Cominciai ad andare a casa sua e mi fece vedere e ascoltare, ma non toccare, guai!, la sua smisurata collezione di dischi e allora arrivarono gli ostici Authecre, il genio dei Tortoise e persino i giovani cantautori d'oltreoceano, ovviamente parlo di Elliott Smith. Quando qualcuno cominciò a parlare di indierock italiano, noi eravamo già sulla nostra torretta a guardare 'sto sfigato dall'alto verso il basso. Nel frattempo quel disco dei Roots l'ho consumato a furia d'ascoltarlo ed ha rappresentato la linea d'ombra rispetto alla mia maturità musicale.
Ora il gruppo di Filadelfia ritorna, dopo più di 10 anni e risultati alterni, ma mai così alti - l'unico disco interessante di questo periodo, per me, è Game Theory -, con un'opera che sembra riprendere sonorità e concept di quel disco, adeguati alle esperienze fatte e degni della raggiunta maturità. I Roots, come me, si sono dati all'indie nella sua versione folk, per cui non sembrino strane la collaborazione con Jim James dei My Morning Jacket e il campionamento della voce di Joanna Newsom, che si inseriscono su beat scolpiti dalla batteria di ?uestlove e dipinti del jazz dei piano rhodes che fanno tanto Roots prima maniera. How i got over verrà pubblicato domani: i più scaltri, come me, lo trovano già su Internet; i meno cialtroni, come me, compreranno il vinile, magari da un sito inglese come cdwow, play.com o l'indipendente Norman Records, che fanno prezzi davvero competitivi.

P.s.: il tipo di cui parlavo si chiama Andrea, o anche Populous

Brasi

sabato 13 marzo 2010

Il recenTone: Seven Seals di James Pants

Al suo esordio si disse che James Pants giocava a fare il nero. Ma quanti neri conoscete che fanno new wave? Ecco. Perché nonostante la relazione stabile con la Stone Throw e i suoi amicicci Madlib, Dum Funk e Dudley Perkins, James rimane comunque un fottuto bianco fottutamente attratto dall’hip hop. Il nostro viso pallido però pare averlo capito. L’ultimo “Seven Seals” (2009) è più new wave e meno black. O meglio: meno nero e più scuro. Perché, per dirla tutta, a tratti sembra Ian Curtis prodotto dagli Stereolab durante un periodo di fissa per un disco lo-fi dei Tortoise. Mi sembra di aver detto tutto.

Tone


lunedì 8 febbraio 2010

Jay Reatard: un grande giovane

Molti lo sanno già, gli altri lo scopriranno dopo i due punti: è morto Jay Reatard. Molti lo conoscevano già, gli altri riapriranno i due punti e si chiederanno: “e chi cazzo è?”.
Jay Reatard era il cantante dei The Reatards, meglio conosiuti come Jay Reatard. Jay era uno dei personaggi di punta della nuova scena garage punk mondiale. A 15 anni mentre noi passavamo le serate ad imparare la melodia di Come As You Are dei Nirvana su una chitarra classica comprata all’emporio, lui era già in giro per i locali di Memphis, strappato alla famiglia da Goner Records e In The Red, etichette ormai storiche del rock’n’roll da cantina made in Usa. Alcuni forse ricordano i Lost Sounds. MMM. MMM. Va bene, cliccate qui che vi ho linkati al myspace. Comunque, Jay era anche nei Lost Sounds. Era un po’ dappertutto insomma, solo che come avrete capito non gli piaceva troppo farsi notare, aspettava. E mentre aspettava arrivò la Matador, l’etichetta di Yo La Tengo, Sleater-Kinney, Soft Boys e altri nomi da rivista musicale di successo. Proprio del 2009 è il suo ultimo Watch Me Fall, suggello alla sua gavetta da indipendente.
Aveva trent’anni, credo, anno più anno meno. Era comunque molto giovane, giovane come lo siamo noi, anzi di più. Era giovane come molti di noi vorrebbero essere. Aveva quell’energia di chi riesce a bruciare le tappe fino a ricominciare da capo e bruciarle ancora, reincarnandosi più volte nel corso di un’unica vita come un’araba fenice.
E’ stato trovato morto nel suo appartamento alle 3 di notte. Cause sconosciute: così recitano le cronache.
Jay Reatard non era il mio mito e forse non lo sarebbe mai diventato. Rientra però in quella categoria di persone che riescono a cambiare la vita a tante altre persone solo grazie alla musica, evolvendosi in esempi culturali per intere generazioni.
Forse Jay non era il genio che ora molti ci vorranno far credere speculando sulla sua tomba (si dice sia già pronto l’album a cui stava lavorando). Ma chi muore precocemente lascia sempre la sua opera a libera interpretazione, come un romanzo aperto, come un accordo semidiminuito alla fine di un pezzo jazz. Per noi deciderà qualcun altro probabilmente. Forse la sua intenzione era fregarci tutti, forse c’è riuscito. Ma era d’obbligo ringraziarlo perché anche nel caso non fosse stato un grande artista è stato di certo un grande giovane.

Tone


martedì 2 febbraio 2010

Al tramonto con i Gentlemen's Agreement

Proprio perché non premeditato, pubblicare i video dell'estate scorsa in questi mesi gelidi ha avuto i suoi effetti positivi inaspettati. I Fitness Forever sotto il sole cocente di un primo pomeriggio qualsiasi d'agosto sono stati notati da più parti, persino in Germania e Spagna, seguiti da commenti che quasi sempre hanno fatto riferimento alla nostalgia e al desiderio della bella stagione che tarda ad arrivare. Noi di Odelay, che abbiamo capito che l'unico modo di uscire dall'isolamento sudista è fare le cose al contrario, proprio a dispetto delle previsioni metereologiche catastrofiste degli ultimi giorni riportiamo oggi questi due spaccati (perché spaccano, è ovvio) di bellezza salentina. Sottolineo "salentina", nonostante la mia riluttanza ad utilizzare certe categorizzazioni, perché qui è impossibile non tener conto della scenografia naturale che fa da sfondo. In questo caso la musica da sola non basterebbe a spiegare certe sensazioni ed è certo anche merito di quel Salento che ora vedrete.
E voi ora direte: sì, belle parole, ma chi cazzo suona in questo video?
Ok, non l'avete letto il titolo?! Comunque vi rispondo lo stesso: i Gentlemen's Agreement.
Giglio e i suoi sembrano perfetti in quel contesto, per la loro musica e l'ambientazione selvaggia e "country" del Cotriero di Gallipoli. Tra gli ospiti inattesi noterete infine un gruppo di australiani che per l'emozione saltellavano come canguri.

Le riprese video sono di Stefano Tri Tramacere.
L'audio è curato da Stefano Manca, a cui va il nostro ringraziamento speciale.

Buona visione.
Tone



sabato 9 gennaio 2010

I Fitness Forever come non li avete mai visti. I Fitness Forever, come?! Non li avete mai visti!?

L'anno nuovo porta cose vecchie. Chi lo diceva? Forse io. Comunque, dopo i Mam, beccatevi queste chicche con i Fitness Forever in giro per il centro di Galatone.
I video risalgono ad agosto scorso e, lo so, è da masochisti riguardare quei bei, melodici colori estivi in pieno gennaio. Ma, come ripete Brasi, "c'è bisogno di evasione".
Si evada, quindi.

p.s. a breve anche i Gentlement's Agreement

Tone





lunedì 30 novembre 2009

Il ritmo del tacco e lo stile salentino

Come abbiamo visto due post fa con “Un due tre stella”, cominciano a fiorire i primi Principi Attivi, vanto della gloriosa stagione Vendola – glorioso in particolare il suo assessorato alle politiche giovanili. Cosa resterà di tutto questo dispiegamento di forze non lo sappiamo, ma sono fiducioso che qualche radice buona l’abbiamo affondata.
Il Ritmo del Tacco (Manni Editore) è il nome azzeccato, appunto, di un “principio attivo” di tre giovanissimi paesani (Aradeo). Un book mezzo didascalico mezzo celebrativo che racconta dei protagonisti delle rivoluzioni parallele della musica salentina a cavallo tra i due millenni e dei carismatici protagonisti, capipopolo e capibanda che le hanno guidate. Musica popolare e pizzica, reggae/ragamuffin/patchanka, etno-balcanica e ora anche jazz. …Insomma, tutto il meglio del nazional-popolare made in Salento eheh.
Scherzi a parte, l’operazione ha il merito di andare a coprire un vuoto e ci volevano dei ragazzi appena ventenni per cucire assieme delle storie a loro modo molto importanti per questa terra. Possiamo dire quello che vogliamo, ma i Sud Sound System (qui in foto, quanto so' brutti!) hanno preso una regione del sud un po’ anonima e l’hanno rivoltata dandogli voce e personalità. Così Cesare dell’Anna, che ha importato un genere musicale praticamente dal nulla con la sola imposizione della tromba. Ora il giovane Raffaele Casarano, che fa parlare tutti di sé e del suo blasonato festival Locomotive Jazz. Meno rilevanti a mio avviso gli Apres La Classe, ma se si pensa che hanno un fans club in Emilia … dobbiamo dare atto anche a questo.
La qualità assolutamente discutibile di tutte queste proposte, da accostare al grande ritorno della musica popolare e del palco della Notte della Taranta, ci torcono il viso di smorfie. Ma qua gli snobismi sono da tenere a bada perché si parla di epocali movimenti di costume. Non uno, ma più movimenti tettonici paralleli (anche se tenderei a dare il primato a Don Rico e soci: cosa, senza di loro??). C’è poco da snobbare.
Pecche del libro sono l’eccesso di patinatura, la mitizzazione fotografica di questi personaggi e la superficialità della trattazione, che è comunque correttissima e onesta. Mi spiego meglio: il lavoro è pure utile per una presentazione del Salento a un pubblico generico, ma alla fine la lettura risulta poi non così interessante nè stuzzicante. Rappresentazione un po’ da cartolina.
Per avere un confronto a proposito di questo, mi è capitato per le mani il primo volumetto della collana “Stile Salentino”, (2004, Stampa Alternativa) curata da Gianfranco Salvatore. L’operazione è analoga, anche se circoscritta ai generi reggae, raggamuffin, hip hop, elettronica, tutti già di sé imparentati tra loro. Siamo però già ad un altro livello. L’autore, Federico Capone, scende più in profondità nelle storie e nella sociologia musicale, allaccia nodi con l’Italia, gli Usa e tutto il mondo underground, è molto più ricco nei riferimenti, usa e conosce dall’interno il gergo e i linguaggi dei vari generi trattati. Buona lettura per chi è curioso della questione salentina.
Perdonate la lagnanza, ma resta sullo sfondo di tutto questo un po’ di personale amarezza: nessuno che si prenda la briga di scrivere un opuscolo sulle musica veramente figa che circola qui da noi e sulla sua storia, a mio avviso anch’essa avvincente, quella del popolo indie leccese, i veri marziani in Salento!

rico

domenica 29 novembre 2009

Fitness Forever su Radio Flo

Chi ancora non li conosce non può essere amico nostro. I Fitness Forever sono probabilmente il gruppo preferito di Odelay, Gaetano aka Carlos Valderrama aka il cachiello col ciuffo fonato, Paster aka nu babà 'e guagliona, Big Tony Fresa o' rastamanno e Scialdone il karateka li abbiamo già chiamati a suonare due volte nei nostri eventi, ma non ne abbiamo mai abbastanza. In attesa di pubblicare su questo blog alcuni video girati in quel di Galatone e in cui i boys suonano in stradine e corti del centro storico del paese, domani ci intratterremo telefonicamente con Carlos cercando di capire chi è il suo parrucchiere e quanta importanza ha avuto per la sua carriera artistica.

Room 8 è il programma di Brasi e Tone che va in onda tutti i lunedì e giovedì su Radio Flo dalle 22 alle 23.30.

Brasi


sabato 21 novembre 2009

Diverting Duo su Radio Flo

Questo lunedì Tone ed io avremo ospiti di Room 8 i Diverting Duo, formazione cagliaritana di due elementi, per l'appunto, che suona un folk pop sbilenco e giocattoloso e che esce per la Zahr Records. I ragazzi, Sara e Gianmarco, li abbiamo conosciuti qui a Bologna ad un loro concerto (sono in tour "continentale") al Modo Infoshop, ci sono piaciuti e li avevamo anche invitati ad un' intervista con piccola esibizione a casa nostra. Ma è arrivata la Febbra a impedire che la cosa andasse in porto. Ora ci riproviamo, saremo in collegamento telefonico con loro, faremo due chiacchiere e vi proporremo la loro musica.

Room 8 va in onda su Rado Flo ogni lunedì e giovedì dalle 22 alle 23:30.

Brasi


mercoledì 7 ottobre 2009

Kings vs Marcilo: 8 pari. Ma andate affanculo veramente!

Una nota da aggiungere al discorso su Rumore di due post fa.
Esce il disco di Kings of Convenience delizioso come al solito, ritorno graditissimo per i fan bla bla... Per disgrazia esce quasi contemporaneamente il disco di quelli che passano come i Kings of Convenience nostrani, ma sempre della serie, come disse qualcuno, "Ikea e Scavolini". Si chiamano Marcilo Agro. Rossano Lo Mele - bravissimo giornalista di Rumore - ha la brillante e originalissima idea di mettere insieme le due cose, come fosse un atto dovuto.
Due pagine a testa: due per Eirik e Erlend e due per i "nostri" menestrelli. Dico, ma si può? 8 al disco dei KoC e 8 ai Marcilo. 8 a 8, pari. Ripeto, MA SI PUO'?? Confrontate voi stessi con i video qui sotto. E santo sia youtube.
Poi leggi le interviste: Kings of Convenience, Rossano dà il meglio, il pezzo è fico, interessante te lo bevi d'un sorso; Marcilo Agro invece parlano della loro emozione nel sentire le proprie voci su Radio Deejay (poveri ragazzi, non ce l'ho con voi!).
Siamo alle solite, i favori agli amici pure nell'indie. Ma ci rendiamo conto?!!! Guarda un po', di dove sono i Marcilo? Novara. Qual è il polo musicale più vicino a Novara? Torino. E di dove sono Lo Mele che fa l'intervista e Alberto Campo che recensisce? Di Torino. Ahh bene.
8 anche ai torinesi Zen circus, tra l'altro, autori di questo album che si chiama Andate Tutti Affanculo. Bhà.
Voglio ricordare solo che Girl with the Gun è stato recensito da un altro torinese, Andrea Pomini, bravo anche lui, ma mi sa che a Torino stanno perdendo la bussola. Gli ha messo 6, e 5 a Fitness Forever.
Non vorrei passare per quello attaccato ai voti, ma ragazzi, datevi una regolata.

rico
ps: Girl with the Gun giovedì 8 al Molly Malone a Lecce.

giovedì 3 settembre 2009

Thousands Millions - Odelay Secret Show #2

Dopo il successo dei Girl With The Gun, tempo fa decidemmo di rinchiudere i Thousands Millions in un loculo del Vecchio Son, storica sala-prove bolognese. Davanti ad un po' di amici, il mitico Davide ha filmato e montato il loro live tutto-per-noi, ricco di brani nuovi di zecca.
In ritardo e prima di subissarvi col materiale raccolto durante l'estate, ecco a voi i video dell'evento.

Con l'occasione vi informiamo anche della nascita dei canali YouTube e Vimeo di Odelay, a breve aggiornati con chicche imperdibili.


Tone






lunedì 31 agosto 2009

Grazie!

Vabbè, è andata, anche un'altra estate è andata. La migliore per Odelay.
Grazie, quindi. Grazie a tutti voi che avete partecipato attivamente alle nostre serate. Grazie a chi è rimasto a ballare fino all'alba e grazie a chi è andato via prima perché già abbastanza soddisfatto. Grazie alle band che hanno suonato e ai dj che sono seguiti. Grazie ad Andrea che ha fatto le foto e a Giorgio e Stefano per i video. Grazie a Radio Flo e a tutti quelli che hanno dato il loro aiuto senza pretendere niente in cambio. E grazie ad Emanuele e al Cotriero che hanno permesso tutto questo: