Uno dei dischi fondamentali della mia vita è Things fall apart dei Roots. Quando uscì non avevo nemmeno vent'anni e fino a quel momento avevo ascoltato solo hip hop e qualche cantautore italiano. Un giorno al mare mi presentarono questo tipo che faceva discorsi strani, mi parlava di musica elettronica realizzata campionando i rumori prodotti dallo stomaco dei gamberetti e di come la drum'n'bass fosse bella, sì, ma ormai fuori tempo massimo (era solo il 1999 belli!). Gli dissi che mi piaceva il rap e lui mi rispose "Grandi i Roots!" e io che avevo comprato il disco, ma l'avevo ascoltato solo superficialmente replicai "Eh, sì grandi!". Poi arrivò l'autunno, avevamo entrambi finito la scuola e c'era tempo prima che cominciasse l'università. Cominciai ad andare a casa sua e mi fece vedere e ascoltare, ma non toccare, guai!, la sua smisurata collezione di dischi e allora arrivarono gli ostici Authecre, il genio dei Tortoise e persino i giovani cantautori d'oltreoceano, ovviamente parlo di Elliott Smith. Quando qualcuno cominciò a parlare di indierock italiano, noi eravamo già sulla nostra torretta a guardare 'sto sfigato dall'alto verso il basso. Nel frattempo quel disco dei Roots l'ho consumato a furia d'ascoltarlo ed ha rappresentato la linea d'ombra rispetto alla mia maturità musicale.
Ora il gruppo di Filadelfia ritorna, dopo più di 10 anni e risultati alterni, ma mai così alti - l'unico disco interessante di questo periodo, per me, è Game Theory -, con un'opera che sembra riprendere sonorità e concept di quel disco, adeguati alle esperienze fatte e degni della raggiunta maturità. I Roots, come me, si sono dati all'indie nella sua versione folk, per cui non sembrino strane la collaborazione con Jim James dei My Morning Jacket e il campionamento della voce di Joanna Newsom, che si inseriscono su beat scolpiti dalla batteria di ?uestlove e dipinti del jazz dei piano rhodes che fanno tanto Roots prima maniera. How i got over verrà pubblicato domani: i più scaltri, come me, lo trovano già su Internet; i meno cialtroni, come me, compreranno il vinile, magari da un sito inglese come cdwow, play.com o l'indipendente Norman Records, che fanno prezzi davvero competitivi.
P.s.: il tipo di cui parlavo si chiama Andrea, o anche Populous
Brasi
Populous l'iniziatore di un'intera generazione, opinion leader e figlio di ndrocchia assoluto :P
RispondiEliminarico
bacini!! ahahahaha... pop*
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